giovedì 9 aprile 2020

SETTIMANA DI PASSIONE - ULTIMA CENA (Seconda parte)

E la stanza divenne ricolma di genti e persone, d'ogni luogo e regione, d'ogni stato e si unirono tutte le razze, e le pelli erano diverse soltanto al colore, e si unirono alla tavola immensa che aveva riposto per loro il Signore.
Ogni astante aveva il suo posto, qui nessuno era primo e ultimo ad approfittare del desco, ogni uomo o donna o bambino, ogni giovane o vecchio, qui nessuno era vicino e lontano, tutti quanti davanti al cospetto del vino e del pane, che la cena per loro era questo.
E il Messia sovrastava nel centro e di tutti aveva un pensiero, uno sguardo, un dolce e sentito sentimento e di ognuno pativa il dolore, il tormento dell'essere uomo in quello stesso momento non soltanto nel corpo ma nel cuore e nell'anima che pian piano abbandonava il mistero e per tutti diventava un sacrificio vero.
Poi tra il vociare di tutti, tra sorprese, saluti, conforti e colori, Lui richiese il silenzio e con voce suadente e lo sguardo nel cielo :


Prese del pane, lo benedisse, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo:
Prendete e mangiate, questo è il mio corpo”. (Mt.26, 26-28)
E si fece davvero silenzio, ogni uomo o donna o bambino, ogni giovane o vecchio, di quel pane si fece ragione e ne prese un bel pezzo, a nessuno era dato di rimanere digiuno, a nessuno era detto di farne la dieta, a nessuno era imposta di stare a guardare, ognuno di quel pane ne fece sapienza, chi una briciola, chi invece un bel pezzo, altri ancora solo fette normali, ma erano giorni di festa pasquali e bisognava abbuffare, qualcuno disse: “ a me il pane non piace” e ne prese soltanto l'assaggio, e difficile riusciva a ingoiare, altri invece: “ questo è quello che si intende per mangiare” e forse ne abbuffò forse troppo quasi da sentirsene male e poi , forse, domani lo avrebbe per sempre rifiutato per averne troppo abusato.
Poi mangiato quel pane il Signore ancora con gli occhi rivolti a quel cielo che tutti sovrasta....
Preso quindi un calice, rese grazie, lo porse loro; e tutti ne bevvero, e disse loro:
Questo è il mio sangue, il sangue del Patto che è sparso per molti”. (Mc. 14, 22-24)
Tutti quanti, nello stesso momento, una turbe di volti e di occhi, un immenso voltarsi e guardarsi stupiti, perchè tutti avevano dentro quel peccato che li aveva scoperti, perchè tutti intorno a quella tavola adorna si sentirono spersi e nel tempo ugualmente, bevendo quel poco di vino, anche solo una goccia, che fa male ai bambini, sollevavano l'animo e guardavano adesso, anche loro, quel cielo, ma non tutti riuscirono a berne davvero, tanti rifiutarono il nettare rosso perchè si profetizzavano astemi, altri ripudiavano per il solo sapore di uva, tanti invece si bagnarono persino le orecchie per superstiziosa fortuna, e del vino fu fatta una grande bevuta per coloro che in esso ritrovavano il piacere di essere liberi adesso, e non avere paura.

Nel trambusto di questo momento, in un lato della tavola, quello ancora più lontano e discosto, si alzarono insieme con gentile ipocresia nel volto, gli avidi e gli egoisti, i mercenari e traditori, i qualunquisti e gli imbonitori, i falsi e gli usurpatori, i miti di animo e i forti di rabbia, i gelosi e gli infami, i semplici essere umani che d'umano hanno soltanto il bisogno di guadagnare sopra ogni cosa, e lasciando la mensa in silenzio, ma osservati dal Signore e da lui avuto il silenzioso assenzo, andarono presto lontano a vendere l'uomo e il santo, il Signore e Messia, e per quello che avrebbe a loro procurato, i trenta solidi denari d'argento , incoscienti, il cappio sul collo che li avrebbe impiccati.
...E, intinto un pezzetto di pane, lo diede a Giuda di Simone Iscariote. E dopo quel boccone Satana entrò in lui; e Gesù gli disse:
Quello che fai, fallo presto.”
Ma nessuno dei commensali comprese perchè egli avesse così parlato.
Difatti alcuni pensavano che tenendo Giuda la borsa, gli avesse detto:
Compra quanto ci occorre per la festa o che desse qualche cosa ai poveri”.
Ma Giuda, preso il boccone, partì subito. Ed era notte. (Giov. 13, 27 -30)
Roberto Busembai (errebi)
Immagini web: Joos van Cleve - Altare della deposizione (Detail dell'Ultima Cena)

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