lunedì 13 aprile 2020

LUNEDI' DI PASQUETTA

Ci siamo svegliati all'alba, e già questa cosa a me pareva esagerata, ma mio padre dice che bisogna partire presto se si vuole godere di tutta la giornata. I vestiti, lo stile casual è il più appropriato per questa Pasquetta “fuori casa”, l'abituale scampagnata del dopo Pasqua, è da anni che la sento nominare e da anni sempre la stessa, a volte certi gesti e pure certe parole subiscono un dèjà - vu, anzi un dèjà sentito......i vestiti, dicevo sono pronti sulla sedia, la mamma li ha accuratamente stirati ieri sera mentre lacrimava per quel film strappacuore che a me faceva davvero tanto ridere, ma a lei basta che si parli d'amore e gli si scalda il cuore più del ferro da stiro che fumava per il vapore immenso che sopportava. Già sento il nonno brontolare, si perchè lui deve essere sempre il primo a raggiungere il bagno e se lo trova occupato inizia la sua tiritera fatta di leggeri impropri ma soprattutto di mal sopportazione, specie se dentro ci fosse mia sorella, perchè lui sa che per quella, il bagno è luogo dove poter “salottare”, dedicarsi alle chiacchiere con il cellulare per promuovere una nuova crema o spettegolare con le amiche, che immagino anche loro dentro un bagno similare, magari sedute sul bidè o addirittura sul water a ridere a crepapelle.
Ero sicuro che quest'anno la pasquetta fosse andata in fumo, e anzi nel cuor mio lo speravo, non tutto il male viene per nuocere, e allora questa quarantena mi avrebbe risparmiato il pranzo sull'erba fatto di formiche e insetti vari, liberazioni di uccelli canterini e pulviscolo di polline di pioppo che inizia a invadere la campagna, mi avrebbe risparmiato il sapore della mortadella nel classico panino, “ che non si può mica sacrificare sempre tua madre a fare il pranzo!”.
E invece eccoci qua in coda, tutti quanti sul corridoio per entrare dentro il bagno, già mi sembra di essere in autostrada all'uscita di un casello, o all'entrata che poi fa lo stesso. Nonno ha conquistato l'ingresso e mia sorella esce incavolata, forse qualche cosa è andata storta, o forse il suo bello l'ha già dimenticata, o a volte basta una parola storta detta per invidia da qualche “cara” amica e il gioco è fatto. Franchino, mio fratello più piccolo, è già con la cerbottana sulla bocca e “impallina” tutto e tutti con maestria diabolica, tanto che è riuscito, e qui merita la mia solidale approvazione, a colpire l'inquilino del palazzo dirimpetto al nostro, quello che sta sempre sul terrazzo a criticare questo e quello, e l'ha colpito proprio.....beh non vi dico dove ma l'avete capito....e tra le grida e gli urli e imprecazioni non ha potuto sapere donde venisse l'artefice del misfatto e così gli impropri se li sono assorbiti tutti quelli del palazzo e anche oltre ahahahah.
Il nonno esce tutto profumato, i pochi capelli bianchi che gli son restati hanno una parvenza lucida da impressionare, è ancora usare quel gel tipico, che mi pare si chiamasse brillantina, e ha un sorriso a non so quanti denti, ha messo la dentiera che tiene in un bicchiere, nella notte, su un ripiano del mobiletto del bagno, quasi fosse un pesce rosso nella boccia, un pesce rosso esemplare.
A seguitare tutti gli altri, me compreso, ognuno con il suo fare, chi fa svelto e chi magari si intrattiene, ma tanto non credo che ci sia da correre per il tempo, da molto il tempo sembra non funzionare, passa a volte lentamente a volte pare esagerare, ma non ha nessuna importanza se sono le sette di mattina o le otto di sera, tutto è parallelamente uguale che si potrebbe pranzare a mezzanotte e fare colazione a mezzogiorno che nessuno se accorgerebbe.
La mamma è sempre bella anche se non si trucca e non si mette quell'abito speciale, perchè la mamma anche con il coronavirus non ha perso il suo splendore e il suo charme femminile, eccola qua in cucina, tutta indaffarata a "incellofanare" i panini preparati, le bibite nella borsa frigo, l'acqua naturale per il nonno e la gassata per mio padre, con naturalmente un'altra bottiglia di vino, che non può mancare, la coca per me ( che pensiero gentile) e il succo per mio fratello, a mia sorella basta che sia acqua, lei non ha richieste particolari, lei vive in un mondo diverso dal reale, e potrebbe bere qualsiasi cosa senza nemmeno accorgersi di farlo. E poi non può certo mancare l'avanzo di colomba pasquale, le fetta di dolce fatto in casa, un poco bruciacchiato, si perchè nel tempo che aspettava che cuocesse, era indaffarata a brontolare mio fratello che si era sporto troppo dal balcone per guardare la polizia di sotto che aveva fermato delle persone in un'auto e quelle stavano a brontolare che avevano l'autocertificazione, e quelli, i poliziotti, a spiegare che non è che si deve per questo uscire in cinque e poi che i supermercati erano chiusi e non c'era altra motivazione, visto che erano tutti in salute e stavano anche troppo bene......e così il dolce, tra un brontolare e un esigere la calma e rispetto, il dolce andava quasi in fumo e mio fratello si prendeva un bello scapaccione per essere stato un poco incosciente.
Ancora non ho capito dove mai vogliamo andare, se non vogliamo rischiare tutti quanti di essere multati e arrestati, così da trascorrere il nostro tempo in una cella di prigione almeno fino al prossimo Natale. Io mi vesto come sempre, jeans, maglietta e sopra un altro maglione, che questa primavera è piuttosto anomala, un attimo fa caldo quasi estivo, dopo poche ore si alza un vento freddo quasi glaciale, scarpe comode per correre e camminare, uno sguardo allo specchio e dirmi che sono “figo” ( beh un poco di autostima non fa mai male) e.......
Appuntamento sul terrazzo condominiale, quello sopra, quello che fa da tetto, siamo in tanti a distanza certificata, un metro e passa, tutti con la mascherina e i guanti a protezione, e tutti con le famiglie appresso, le borse frigo, un plaid a quadri in lana da stendere sulla pavimentazione e poi tutti, in assoluto sincronismo, seduti a guardare il cielo azzurro con un sole caldo e particolare, ognuno con la speranza dentro il cuore di potere ancora ritornare a correre davvero in quei prati delle solite “pasquette” e vi giuro per un momento, anche io, ho avuto un forte rammarico dentro il cuore: “ Mi mancano tanto le formiche!” mentre mangiavo il panino e mia madre mi sorrideva, sotto la mascherina, ma lo percepivo dagli occhi, quegli occhi sempre belli e lucenti che soltanto una madre può avere.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

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