Francesco Venimbeni nasce a Fabriano il 2 settembre del 1251 da un medico, Compagno Venimbeni e da Margherita di Federico e già a 16 anni entrò a far parte dell'Ordine Francescano.
Caritatevole e devoto come era di sua natura, ebbe il permesso di recarsi ad Assisi per l'indulgenza della Porziuncola e qui ebbe l'incontro più importante della sua vita, Frate Leone, uno dei primi compagni di San Francesco, il quale ormai vecchio, difatti morì dopo tre anni dopo, nel 1271, ormai scettico contro tutto e tutti, ebbe però parvenza di fiducia in quel giovane che addirittura gli raccontò di ciò che il Fraticello gli aveva sempre raccontato di come aveva ottenuto l'indulgenza della Porziuncola da parte del Signore e da papa Onorio III, e gli lesse addirittura la Leggenda dei tre Compagni (probabilmente Frate Leone, Frate Angelo Tancredi e Frate Ruffino).
In seguito ritornò ad Assisi altre due volte, poi divenne superiore nel nuovo convento costruito dai fratelli a Fabriano, di cui egli stesso si era fatto promotore in quanto voleva realizzare il desiderio dello stesso San Francesco d'Assisi, che, in occasione della sua venuta a Fabriano ospite della vedova di Alberigo di Gentile, Donna Maria, ne palesò il desiderio.
Ebbe la fortuna, con l'ottenuta eredità paterna, di costruire una grande biblioteca divenendone poi il primo fondatore delle biblioteche dell'Ordine Francescano. Fu un abile scrittore di cui rimane un'importante memoria autobiografica, la Cronica Fabrianensis, dove il Venimbeni le più importanti notizie riguardanti la sua vita, della famiglia e del suo ingresso e sviluppo nell'Ordine Francescano.
La sua vita fu tutta dedicata ai poveri, agli emarginati e agli ammalati di cui si prendeva cura personalmente offrendo non soltanto un sostegno morale, ma anche e soprattutto fisico e materiale.
La sua beatificazione avvenne il 1 Aprile del 1775 su volontà di Papa Pio VI.
Purtroppo del convento e chiesa, San Francesco alle Logge, non ne rimane più niente, il suo disfacimento è dovuto in primis dalla soppressione napoleonica degli ordini monastici, che comportò cosi un cospicuo saccheggio della chiesa e poi la soppressione del Regno Italico nel 1861 portò alla totale demolizione del complesso e delle cui macerie e luogo entrò poi a far parte del bene comunale. Nella chiesa oltre a importantissime opere d'arte che sono esposte in vari muse internazionali, vi era stato traslato il corpo del beato Ranieri, il confessore di San Francesco d'Assisi, la cui pietra tombale è ben visibile su una parete del palazzo comunale e l'urna contenente il corpo imbalsamato del Beato Venimbeni, oggi è venerata nella Chiesa di Santa Caterina martire d'Alessandria, situata sotto l'altare di sinistra prima di salire al presbitero.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web
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