martedì 31 gennaio 2023

EUGENE VON BLAAS - GOSSIP


Oggi siamo abituati ai gossip (pettegolezzi) soltanto quelli virtuali e quelli sui social, siamo i primi noi italiani a crearne, a maturarne e a sfoderarne, non possiamo farne a meno, e spesso con questi mezzi moderni causiamo anche delle ferite gravi, inconsciamente o meno facciamo dei grandi danni e talvolta pure irreversibili. Le malelingue se poi non dette ma come in questi casi, scritte, sono indelebili.

Non dico che il pettegolezzo sia dell'era moderna, assolutamente, ma nasce da una cultura arcaica e popolare, contadina e rurale quale poteva essere quella italiana del secolo scorso, dove però il pettegolezzo era soltanto un passar di parola, un vezzo che poteva far arrossire o adirare, talvolta si ingrandiva e cambiava pure di senso e di contenuto nell'evolversi tra persona e persona, ma era si incisivo ma sempre parola detta, parola che volava e spesso era un pettegolezzo benevolo, talvolta un apprezzamento o un tentativo di approccio tramandato non direttamente.

Ebbene questa ambientazione , questa caratteristica di noi italiani, la ritroviamo nelle opere d'arte dell'austri-italico Eugen von Blaas, che non solo sa rendere dettagliatamente i costumi e le figure, ma definisce la scena con accurate e precise posture, con i gesti vivaci delle figure, le espressioni facciali e pure se ne desume anche il linguaggio emotivo che esse animano, insomma siamo quasi in grado di capirne il genere di pettegolezzo che si sta svolgendo tra il gruppo di giovani. Entriamo senza rendercene conto spettatori e attori di quello stesso ambiente, quasi ci viene voglia di dire la nostra, di partecipare, di coinvolgerci; è un'opera d'arte particolare, è una sua maniera, sono vari e diversi i quadri su questo tema e tutti con la stessa intensità emotiva e trascinante.

Chi non ricorda, almeno i meno giovani come me, le serate estive trascorse seduti sui muretti delle corti, sugli scalini di una chiesa, sui parapetti di una piazza ecc. a parlare del più e del meno, ovvero a spettegolare di questo e quello o tentare un approccio con quella ragazza che non avevi il coraggio di avvicinare diversamente o facendo un sorriso al quel ragazzo che tanto ti piaceva ma non potevi avvicinarlo. Gossip al tempo forse era meglio anche se ammettiamolo qualche chiacchiera, qualche pettegolo anche al tempo ha causato e fatto danni.

Il maestro, con le sue “chiacchiere” dipinte ha voluto immetterci in un tempo, che era o che fu ma che comunque ha dato adito a che se ne conoscesse, e non è un tempo storico da studiare nei libri di scuola, è un tempo vissuto che pochi conoscono e pochi ormai ne parlano ancora. Lui ha voluto tramandarci un attimo quasi fotografico di un'abitudine semplice, naturale, popolare come oggi noi facciamo con i cellulari fermando i nostri momenti con il selfie.


Roberto Busembai (errebi)


Immagine web: Eugene von Blaas – Gossip (1903) Dipinto a olio su pannello cm.90,8x114,9

martedì 24 gennaio 2023

UNA BIOGRAFIA AL MESE - AMEDEO MODIGLIANI

UNA BIOGRAFIA AL MESE


AMEDEO MODIGLIANI


Nasce a Livorno, città portuale della Toscana, il 12 luglio del 1884 e la sua formazione artistica avviene all'inizio in Italia, in primis nella sua città natale presso la guida di Guglielmo Micheli che lo avvicina alla tecnica dei macchiaioli, per poi nel 1902 abbandonare per sempre Livorno verso la Scuola Libera di Nudo a Firenze e indi a Venezia all'Istituto di Belle Arti per lo studio dei pittori veneziani nel Rinascimento, e poi ancora Roma, Pisa ecc.

Ma la città degli artisti, il mondo dell'arte è oltre cortina e infatti nel 1906 Modigliani si trasferisce a Parigi (dove verrà chiamato e conosciuto come “Modì”)e affitta uno studio in Montmartre in rue Caulaincourt ma il trasferimento definitivo lo farà verso Montparnasse dove ha capito che la culla e la base dell'arte in generis è proprio li.

La sua pittura ha interesse verso i simbolisti, ammira Klimt e adora Picasso, soprattutto quel Pablo del periodo Blu, approdando a una pittura vicina a Cézanne, ma Modigliani non è soddisfatto e allora tenta la scultura, ma il cuore è sempre attaccato ai pennelli.

Inizia così con la ritrattistica soprattutto dei familiari ma saranno poi i ritratti fatti agli amici nei caffè Parigi che frequenta assiduamente e anche abbandonandosi così al bere a ad assumere droghe. E' un vivere alla bohemienne, è un vivere anticonformista e singolare, e sarà questo metodo di vita che verrà trasportato nelle arti in genere. Sarà in questa avventura che Modigliani conoscerà il mercante francese Paul Guillame il quale lo spronerà davvero alla pittura ( e anche perchè le condizioni di salute di Modigliani sono talmente gravi che non sopporta la difficile lavorazione della pietra calcarea per la scultura) e sarà proprio lui che si prodigherà perchè l'artista venga riconosciuto.

Non è abbastanza e un'altro promotore, stavolta un polacco mercante d'arte, Leopold Zborowski nel 1916 gli chiede l'esclusiva delle sue opere pagandolo annualmente ma ottenendo anche ospitalità nelle sue abitazioni.

L'anno successivo Modigliani incontra l'amore, la pittrice Jeanne Hébuterne e andranno a vivere a Montparnasse ed è anche l'anno in cui la sua prima esposizione in una galleria a Parigi verrà chiusa il giorno dell'inaugurazione perchè i suoi nudi sono grandemente oltraggiosi!.

La sua salute, soffre di tubercolosi, è in sfacelo, si richiede un clima migliore, per cui lascia Parigi per recarsi a Nizza dove nel 1918 nasce la sua prima e unica figlia Jeanne, una nascita che verrà nascosta alla famiglia della sposa perchè non hanno mai visto di buon occhio “quel trasandato imbratta tele” e infatti appena ne verranno a conoscenza i rapporti saranno davvero burrascosi.

Nel maggio 1919 ritorna a Parigi dove la moglie lo raggiungerà poco più tardi, nuovamente incinta, ma le condizioni di Modigliani ormai hanno un progressivo tracollo.

Una forte polmonite lo farà andare in coma e il 24 gennaio del 1920, all'Hopital de la Charitè l'artista morirà, il giorno dopo la moglie non sopporterà il dolore e nonostante sia in attesa di otto mesi, non tituba a gettarsi dalla finestra della sua camera. I due riposano uniti nel cimitero di Pére Lachaise a Parigi.

Modigliani non si è mai dichiarato appartenente a qualsiasi corrente artistica anche se di fatto le sue tendenze siano vicine a quelle del periodo come l'avanguardia futurista, ma è anche vero che l'insieme delle sue opere offrono uno spazio personale e particolare.....i non addetti ai lavori riconoscono Modigliani per “le donne dal lungo collo”, e aggiungeremo anche “gli occhi senza pupille” perchè lui affermava che negli occhi delle donne c'era l'anima riflessa e lui non poteva essere in grado di rappresentarla.


Roberto Busembai (errebi)


Immagini web: Alcune opere di Amedeo Modigliani:

Ritratto della moglie Jeanne, Giovane donna con colletto alla marinara,Il mercante Leopold Zborowski, il mercante Paul Guillame, Lunia Czechowska







martedì 17 gennaio 2023

WILLIAM ADOLPHE BOUGUEREAU - PRIMO LUTTO

 
L'intensità emotiva del dolore di questo quadro è davvero toccante, si tende a provarla veramente guardandola, è stata talmente sofferta e sentita dall'artista, William Adolphe Bouguereau, da imprimerne ogni caratteristica, se poi si pensa che il Maestro fece questo quadro poco dopo la dipartita di un suo giovane figlio (1888), l'opera diventa davvero magnifica. Non si dovrebbe mai conoscere la morte del proprio figlio, e oggi invece quanti accadimenti dovuti a questa società sempre in corsa ci annunciano di morti giovani.

La scena ritrae i nostri diretti discendenti, Adamo ed Eva nel momento in cui scoprono il corpo del figlio Abele morto ucciso dal fratello Caino. Il loro enorme dolore è davvero all'apice dell'umano, non solo il figlio morto ma anche la sofferenza di saperlo da nano fratricida, la perdita fisica e morale di due figli nello stesso momento.

La disperazione ha invaso tutta la tela, intorno a loro ci sono colori cupi, nuvole grigie che annunciano quasi un temporale e quel fumo grigio e acre che sale da un'ara, ma sono i colori dei personaggi a dare quel profondo senso della scena. Eva piangente e con il volto coperto che cerca coraggio sul corpo maschile di Adamo, viene rappresentata con tutta la sua delicatezza con un colore candido mentre a contrasto il colore scuro di Adamo, un Adamo che si avvicina una mano al cuore quasi a sostenerlo perchè non ceda per il forte dolore, e Abele, quel corpo abbandonato sopra le loro braccia, in una quasi rappresentazione di pietas tipica della pittura rinascimentale per la rappresentazione del Cristo e sculturea ( basti pensare alla Pietà di Michelangelo) deposto davanti alla Madonna, ha un colore di pelle rosa pallido quasi bianco a sottolineare e farci comprendere ancora di più il “calore” freddo della morte. Soltanto un accenno di sangue sul terreno fa intendere l'uccisione. Come pure la costruzione dei personaggi “piramidale” è tipica del Rinascimento non a caso il Maestro fu spesso denominato come “ Il Raffaello francese”.


Roberto Busembai (errebi)


Immagine web: Villiam Adolphe Bouguereau – Primo Lutto (203x250cm)(Museo Nazionale di Belle Arti di Buenos Aires - Argentina)



martedì 10 gennaio 2023

MICHELANGELO MERISI DETTO CARAVAGGIO - L'AMORINO DORMIENTE


Per apprendere in pieno questo piccolo ma fantastico quadro dell'assoluto grande Michelangelo Merisi detto Caravaggio, bisogna risalire un poco alla storia dell'artista, o se non altro di quel periodo che lo ha portato a dipingerlo.

Siamo nel 1606 e Caravaggio vive a Roma e in questa città nel pieno della Controriforma è diventato un pittore molto conosciuto e apprezzato anche per le grazie del cardinale Francesco Maria del Monte che fa conoscere le sue opere. Ma il Caravaggio non è un uomo da sottostare a convenevoli e facezie, l'animo dell'artista è un animo vivace, combattivo, oserei dire una testa calda, che spesso si trova impelagato in tafferugli e risse e altri crimini vari.

Ed è proprio per questa sua forte intraprendenza che il 28 Maggio di quell'anno si trova immischiato in una zuffa dove però destino volle che tra i contendenti vi fosse il suo più acerrimo nemico, Ranuccio Tomassoni e perciò la scazzottata si trasforma in un vero duello nel quale il pittore uccide il rivale.

Caravaggio stavolta è in pericolo, la pena di morte per il fattaccio non gliela toglie nessuno, deve fuggire e infatti riesce a raggiungere Napoli e aiutato da amici riesce a stare nascosto, quando viene a conoscere che se diventasse un Cavaliere di Malta la sua pena non sarebbe più valida e totalmente cancellata.

Arriva così il 1607 e il Merisi è a Malta dove aiutato dal Gran Maestro dei Cavalieri, Alof de Wignacourt, riesce a far parte del Cavalierato e per ringraziare colui che lo ha aiutato, anzi salvato, Caravaggio realizza un bellissimo ritratto di Alof e un'altra grande tela rappresentante la decollazione del Battista donandole così al suo salvatore.

Ma nel contempo si trova a dover dipingere, sempre per debito nei confronti di Alof, un'opera per un sottoposto del Gran Maestro, a Francesco dell' Antella che vive a Firenze.

Ecco che nasce “L'amorino dormiente” un quadro dalle piccole dimensioni (72x105cm) che l'artista nel retro firma “ M.M.di Caravaggio, Malta,1608”.

E' un'opera in pieno stile Caravaggesco, lo sfondo che raccoglie il tenero fanciullo è nero, appositamente per centrare lo sguardo e l'attenzione a quello che si vuole sia visto, senza disturbo alcuno, e altra caratteristica di Caravaggio sono i dettagli, minuziosi e particolari che solo lui sapeva centrare e inserire.

Il piccolo fanciullo sta dormendo su una delle sue ali, mentre l'altra è tesa verso l'alto, è un Cupido e lo si denota subito dalla faretra che Caravaggio gli pone sotto la testa in modo che la testa dell'amorino possa adagiarvisi come fosse un cuscino e poi con una mano, quella stesa, stringe l'arco e una freccia ancora non scoccata.


Quello che rende ancora più enigmatico questo quadro è il colore, ovvero la contrapposizione del volto con colori più accesi mentre il corpo ha toni molto più pallidi e presenta pure delle macchie sparse, macchie che hanno fatto discutere i più illustri critici e studiosi d'arte. Sono macchie che fanno presupporre un sintomo di malattia, e forse la lettura di questo quadro potrebbe assumere come una vera denuncia sulle condizioni dei bambini del tempo, tanto da supporre che sia un bambino morente quello abbandonato nella sua tela. Ma i più romantici vogliono “sperare” invece in un piccolo Cupido, ovvero l'Amore cieco abbandonato ai sensi o ancora letture più audaci e filosofiche che altro non sia che la rappresentazione dello stato d'animo che l'uomo raggiunge controllando e superando le passioni, che comunque questa non apparterrebbe al Pittore in questione, lui che le passioni non riusciva certo a frenarle.

L'opera venne trasportata a Firenze nel 1609 dal fratello dell'Antella, il senatore Niccolò e appena viene esposta pubblicamente, il quadro desta tanto mai apprezzamento per quella capacità di rendere reale e vivo il soggetto, che alcuni artisti riescono a copiarne il contenuto sulla facciata del palazzo dellAntella, palazzo che si trova in Piazza Santa Croce a Firenze e che tutt'ora è visibile “la copia”, mentre l'originale del Caravaggio è visibile a Palazzo Pitti nella Galleria Palatina.


Roberto Busembai (errebi)

Immagine web: Michelangelo Merisi detto Caravaggio – L'amorino dormiente (Palazzo Pitti, Galleria Palatina - Firenze)

martedì 3 gennaio 2023

GIOVANNI DI PAOLO - ADORAZIONE DEI MAGI


Per rimanere nel tema della Nascita di Gesù e a termine della ricerca di natività più o meno conosciute, oggi propongo una visitazione dei Magi (in prossimità appunto della festività dell'Epifania) di uno dei più rappresentativi pittori della scuola Senese del '400, ovvero Giovanni di Paolo di Grazia. Si tratta di una piccolissima pittura a tempera e oro su tavola, ovvero una quarta parte di predella (ormai smembrata) esistente al Metropolitan Museum of Art di New York, piccolissima in quanto le sue misure sono davvero eccezionali, 27x23 cm, e assolutamente sorprendenti se si pensa quanto spazio e profondità il Maestro abbia avuto proprietà di rappresentazione!

Il tutto ha un vago ricordo pittorico al grande Gentile da Fabriano, almeno nei vistosi e ricchi costumi dei Re Magi, ma è assolutamente originale nella rappresentazione scenica, dove per primo adotta la raffigurazione della “stalla” con copertura di canne e mette da un lato i personaggi maggiori. Oltre alla notoria indicazione dei tre Magi come simbolicamente si intendono, ovvero le tre età dell'uomo, Giovanni fa muovere il giovane opponendo un braccio sulla spalla a Giuseppe, e questo pare sia dovuto alla conoscenza di un famoso sermone dell'epoca di un famoso arcivescovo domenicano fiorentino, Antonino, ovvero della “In Epiphania domini”, in cui si supponeva che Giuseppe non conservasse i tesori dei Magi, ma li distribuisse ai poveri.

La particolarità, comunque, di questo dipinto è il vasto e ampio spazio oltre le figure, se si pensa alla piccolezza della tavola, tutto diventa magicamente immenso e grande, e anche perchè il Maestro non si è indaffarato a rappresentare, come era usanza, tutto il fastoso corteo dietro ai signori Magi, ma ha voluto dare valore alla scena essenziale, donando una semplicità e naturalezza non comuni. Una donazione dei Magi quasi in privato.


Roberto Busembai (errebi)


Immagine web: Giovanni di Paolo – Adorazione dei Magi (Metropolitan Museum of Art, New York)