Non riesco a comprendere, e forse mai ci riuscirò visto che la mia età si sta avvicinando in quel torpore considerato “nullo” che è la maturità, e che la mente e ogni parte del corpo ha ricezioni lente se non addirittura ferme, ma prima che perda completamente la capacità intellettiva, vorrei arrivare a capire il motivo per cui ogni cosa oggi giorno ha bisogno di una critica avversa, di una spiccata volontà ad abbattere tutto quello che viene fatto e detto. E il tutto viene fatto con l'assoluta semplicità e una sottile ma marcata vena di cattiveria, che distrugge moralmente, se non materialmente tutto quello che viene esposto. Oggi se scrivi qualche cosa, di qualsiasi genere, magari ti sei documentato, cerchi di riportare, naturalmente con tue parole e in maniera più semplice e comprensibile, quello che studiosi, storici, letterati hanno fatto prima di te, ecco che subito arrivano le critiche più impossibili, più deleterie possibili, quasi che io “grande ignorante” abbia inventato tutto di sana pianta.
Ma questo non accade solo a me, figurati se mi interessa poi più di tanto, ma lo denoto come male sociale odierno, si parla di fiabe e subito ti attaccano che sono deleterie, incitano alla violenza, alcune poi sono maschiliste, ma nessuno si prende la briga di prenderle come effettivamente sono, cioè fiabe...si parla di arte e subito salgono critiche di stile antiquato, di manierismo esagerato, ecc. avendo anche la faccia tosta di farlo senza magari avere alle spalle un minimo studio in merito, si va in ospedale e si criticano a spada tratta e con impeto, i medici e il personale infermieristico, e hanno il coraggio di fare le loro diagnosi e spesso anche di scegliersi le cure adeguate, uscendone con epiteti da brivido, e potrei darne a milioni di questi esempi, al supermercato, alla posta, in qualsiasi luogo senza neppure avere il rispetto e il decoro delle persone e del luogo dove si trovano.
Allora ritorno alla mia richiesta-domanda, ma cos'è che spinge a questo totale diniego, che poi è spinto da una forma immane di “ignoranza totale” che neppure i nostri “vecchi” possedevano quando davvero esisteva l'analfabetismo, quando un certo Maestro Manzi usava il “nuovo” oggetto di informazione, la televisione, per fare lezioni gratuite di scrittura e lettura al popolo italiano.
Cos'è questo godimento che davvero provano nel denigrare, criticare, annientare e distruggere tutto e di tutto e soprattutto travisare il più possibile la verità delle cose e delle persone, c'è una volontà estrema del fare male, ma non solo fisicamente, che già quello fa parte negativa e opprimente del nostro quotidiano, ma ferire nel morale della persona stessa, nella sua pienezza e libera esposizione, quasi a voler troncare, mozzare una “libertà” che mette forse paura.
Io ritornando al concetto iniziale, io mi sto avvicinando alla soglia di un addio, ma quello che mi lascia perplesso e mi stupisce, mi rammarica e mi disorienta, è che lascio a mio parere una società così retrograda e così ferma nelle sue “innovazioni”, così povera di sentimenti umani e povera di contenuti che sono sicuro, almeno per quel “poco” che ho studiato e documentato, neppure nel così tanto decantato Medioevo si conoscevano apici di arretratezza come adesso. Forse, avevano ragione i miei prossimi antenati, nelle loro semplici verità fatte di proverbi e detti, che asserivano sotto le mie risa, “era meglio quando era peggio”. A questo punto, forse o sicuramente, sono davvero vecchio.
Ma questo non accade solo a me, figurati se mi interessa poi più di tanto, ma lo denoto come male sociale odierno, si parla di fiabe e subito ti attaccano che sono deleterie, incitano alla violenza, alcune poi sono maschiliste, ma nessuno si prende la briga di prenderle come effettivamente sono, cioè fiabe...si parla di arte e subito salgono critiche di stile antiquato, di manierismo esagerato, ecc. avendo anche la faccia tosta di farlo senza magari avere alle spalle un minimo studio in merito, si va in ospedale e si criticano a spada tratta e con impeto, i medici e il personale infermieristico, e hanno il coraggio di fare le loro diagnosi e spesso anche di scegliersi le cure adeguate, uscendone con epiteti da brivido, e potrei darne a milioni di questi esempi, al supermercato, alla posta, in qualsiasi luogo senza neppure avere il rispetto e il decoro delle persone e del luogo dove si trovano.
Allora ritorno alla mia richiesta-domanda, ma cos'è che spinge a questo totale diniego, che poi è spinto da una forma immane di “ignoranza totale” che neppure i nostri “vecchi” possedevano quando davvero esisteva l'analfabetismo, quando un certo Maestro Manzi usava il “nuovo” oggetto di informazione, la televisione, per fare lezioni gratuite di scrittura e lettura al popolo italiano.
Cos'è questo godimento che davvero provano nel denigrare, criticare, annientare e distruggere tutto e di tutto e soprattutto travisare il più possibile la verità delle cose e delle persone, c'è una volontà estrema del fare male, ma non solo fisicamente, che già quello fa parte negativa e opprimente del nostro quotidiano, ma ferire nel morale della persona stessa, nella sua pienezza e libera esposizione, quasi a voler troncare, mozzare una “libertà” che mette forse paura.
Io ritornando al concetto iniziale, io mi sto avvicinando alla soglia di un addio, ma quello che mi lascia perplesso e mi stupisce, mi rammarica e mi disorienta, è che lascio a mio parere una società così retrograda e così ferma nelle sue “innovazioni”, così povera di sentimenti umani e povera di contenuti che sono sicuro, almeno per quel “poco” che ho studiato e documentato, neppure nel così tanto decantato Medioevo si conoscevano apici di arretratezza come adesso. Forse, avevano ragione i miei prossimi antenati, nelle loro semplici verità fatte di proverbi e detti, che asserivano sotto le mie risa, “era meglio quando era peggio”. A questo punto, forse o sicuramente, sono davvero vecchio.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web: Cavalier by Christophe Charbonnel
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