Delicatezza, purezza e assoluta raffinatezza sono le doti esplosive che irrompono nel gustarsi e abbandonarsi a questa opera d'arte che oggi mi ha trovato a documentarvi. “La Madonna col Bambino e angeli”, presente al museo degli Uffizi a Firenze, è un'opera pittorica, da molti giudicata il più grande capolavoro del maestro Filippo Lippi, e conosciuta anche come “La Lippina”.
Non si sa molto chi sia stato il committente di quesa opera (tempera su tavola), che si crede sia stata eseguita nel periodo già maturo dell'artista, e comunque dopo gli affreschi del duomo di Prato, ma viene pensata che sia stata una commissione della famiglia Medici e soprattutto proprio da Cosimo I che teneva a cuore questo frate pittore e che spesso aveva difeso e protetto nelle sue non poco scandalose vicende sentimentali; dietro la tavola è dipinto uno schizzo di busto femminile e una scritta settecentesca che testimonia la presenza della tavola presso la famiglia Medici, perchè proprio in quel periodo, da villa di Poggio Imperiale, l'opera entrò a gli Uffizi.
Si è spesso pensato e quasi ormai accertato che la figura gentile della Madonna, il Lippi si sia ispirato alla monaca Lucrezia Buti di cui si era follemente innamorato, e dalla quale ebbe pure una figlia e un figlio (Filippino) che seguì il padre a Spoleto e che forse lo eguagliò anzi lo superò in maestria pittorica. Anche il bambino o forse l'angelo pare che siano lo stesso Filippino che sarebbe nato nel 1457, anno intorno a cui viene datata l'opera stessa.
E' un quadro all'avanguardia, che inizia un diversivo modo di intendere e porre la rappresentazione pittorica, un quadro nel paesaggio con figure sporgenti dalla cornice in pietra, come potrebbe essere anche una finestra aperta su un esterno che anticipa gli sfondi caratteristici di Leonardo da Vinci.
La delicatezza dei tratti ispirano alla classicità di Donatello, il volto della Madonna, ripresa in tre quarti ma con il volto quasi di profilo, seduta su una seggiola, è di una profonda e intensa malinconia, quasi a dover scacciare con la preghiera il destino del figlio. Un assoluto virtuosismo del Lippi sono la particolare acconciatura con i sottili e quasi eterei veli e dal discreto impreziosire delle perle, una tecnica espressiva che verrà presa come modello per quasi tutto il quattrocento fiorentino.
Non si sa molto chi sia stato il committente di quesa opera (tempera su tavola), che si crede sia stata eseguita nel periodo già maturo dell'artista, e comunque dopo gli affreschi del duomo di Prato, ma viene pensata che sia stata una commissione della famiglia Medici e soprattutto proprio da Cosimo I che teneva a cuore questo frate pittore e che spesso aveva difeso e protetto nelle sue non poco scandalose vicende sentimentali; dietro la tavola è dipinto uno schizzo di busto femminile e una scritta settecentesca che testimonia la presenza della tavola presso la famiglia Medici, perchè proprio in quel periodo, da villa di Poggio Imperiale, l'opera entrò a gli Uffizi.
Si è spesso pensato e quasi ormai accertato che la figura gentile della Madonna, il Lippi si sia ispirato alla monaca Lucrezia Buti di cui si era follemente innamorato, e dalla quale ebbe pure una figlia e un figlio (Filippino) che seguì il padre a Spoleto e che forse lo eguagliò anzi lo superò in maestria pittorica. Anche il bambino o forse l'angelo pare che siano lo stesso Filippino che sarebbe nato nel 1457, anno intorno a cui viene datata l'opera stessa.
E' un quadro all'avanguardia, che inizia un diversivo modo di intendere e porre la rappresentazione pittorica, un quadro nel paesaggio con figure sporgenti dalla cornice in pietra, come potrebbe essere anche una finestra aperta su un esterno che anticipa gli sfondi caratteristici di Leonardo da Vinci.
La delicatezza dei tratti ispirano alla classicità di Donatello, il volto della Madonna, ripresa in tre quarti ma con il volto quasi di profilo, seduta su una seggiola, è di una profonda e intensa malinconia, quasi a dover scacciare con la preghiera il destino del figlio. Un assoluto virtuosismo del Lippi sono la particolare acconciatura con i sottili e quasi eterei veli e dal discreto impreziosire delle perle, una tecnica espressiva che verrà presa come modello per quasi tutto il quattrocento fiorentino.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web: Filippo Lippi - Madonna col Bambino e angeli
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