Nell'aprile del 1292, all'avvenuta morte di Papa Niccolò IV, il collegio dei dodici cardinali che avrebbe dovuto incontrarsi per definire il nuovo pontefice, dovette rimandare il “conclave” per avvenuta epidemia di peste. Dopo oltre un anno e precisamente nell'ottobre del 1293 si ebbe l'accordo di ritrovarsi in sede a Perugia anche se i sostenitori del Colonna (famosa famiglia influente nel periodo) decisero di rimanere a Roma. Ma i contrasti erano sempre più forti e non si venne a capo di niente, tanto che tra combutte, epidemie, proteste ecc., si arrivò al marzo del 1294 quando il re Carlo II con appresso il figlio Carlo Martello si recò personalmente a Perugia ed entrò nella sala conciliare sollecitando i lor signori a trovare al più presto una soluzione, ma contrariamente a quanto si sarebbe aspettato, fu addirittura fatto uscire prepotentemente e con le forti rimostranze del cardinale Benedetto Caetani (futuro Bonifacio VIII). Ma l'ingresso del re a qualche cosa era servito, se non altro a sollecitare negli animi dei cardinali l'impegno per una più breve soluzione e fu allora che qualcuno fece un nome, l'eremita Pietro da Morrone, un vecchio monaco benedettino, alias Pietro Angeleri, che aveva preferito, invece che del convento, ritirarsi alle pendici del monte Morrone vicino Sulmona e da qui ultimamente pare profetizzasse il declino e il malanno che la Chiesa avrebbe subito se non ci fosse stata al più presto l'elezione di un nuovo papa.
Il dubbio dei Cardinali insorse anche nel sospetto che il re stesso si fosse recato a Montone in visita a quel santo eremita e avesse riscontrato in lui la vera persona adatta a ricoprire il vicariato di Cristo e perciò si capiva la sua presenza in Perugia.
Nonostante comunque qualche dubbio da parte di alcuni cardinali, tutti furono propensi nel promuovere tale personaggio e fecero recare alcuni vescovi esterni alla congregazione dell'Angeleri, che nel frattempo aveva creato insieme ad altri convertiti, perchè lo avvisassero e lo portassero in seduta stante all'investitura di Papa.
La congregazione che assunsero poi il nome di Celestini, fu invasa da enorme entusiasmo mentre l'Angeleri cadde in profonda crisi e dubbio personale.
Non sentiva in lui la forza e il coraggio di poter addossarsi un tale impegno, impegno che personalmente sarebbe stato molto diverso da quello fino ad ora portato avanti dai vari successori, che della Chiesa se ne erano serviti per il loro solo benestare e quello dei rispettivi familiari e amici, lui sentiva il doveroso rispetto verso la religione in cui credeva, sentiva il peso che avrebbe dovuto avere nel farla rispettare e seguire.
Pietro Angeleri chiese conforto e consiglio al re Carlo II il quale gli propose di convocare i cardinali a l'Aquila. Il nuovo papa, vestito con una povera tonaca, sulla groppa di un asino trasportato da un re e da un principe (Carlo Martello) attraversò tra la folla entusiasta e un'ammirazione sbalorditiva per l'umiltà presentata ed entrò con dovuto rispetto nella chiesa di S.Maria di Collemaggio, fuori dalle porte della città. Il 29 agosto del 1294 Pietro Angeleri veniva consacrato papa assumendo il nome di Celestino V.
Il 13 dicembre dello stesso anno il sant'uomo sommerso dalle fatiche interiori, dalle trame del vaticano e dagli intrallazzi cardinalizi, chiese e ottenne l'abdicazione nonostante re Carlo II avesse fatto di tutto perchè non avvenisse. Il motivo più grande che lo portò a questa rinuncia fu anche il fatto che riteneva che un capo della Chiesa debba anche avere un forte conoscenza e cultura e anche capacità adeguate per il suo ufficio, cose che lui riteneva non possedere affatto.
Sarebbe voluto ritornare al suo eremo, ma il subdolo Caetani non glielo permise e anzi dopo poco, quando questi divenne Bonifacio VIII, per la paura e il timore che alcuni suoi avversari lo riportassero sulle scene, lo fece catturare e condurre prima a Capua e poi ad Anagni nella sua personale residenza, poi provvide lui stesso a rinchiuderlo nella rocca di Fumone dove il 19 maggio del 1926 ebbe a trovare la morte. Una morte che risultò molto dubbia e che fu uno dei tanti misfatti di cui il nuovo pontefice seppe farsi bandiera.
Roberto Busembai (errebi)
Immagini web: Immagine di Celestino V e l'eremo su i monti abruzzesi
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