domenica 1 marzo 2020

RITORNO CON LA CORRIERA

Era salito su quella corriera, quasi come fosse uno straniero, si sentiva osservato, ma non perchè avesse i pantaloncini corti e due calzettoni lunghi da arrivargli quasi al ginocchio, non per i capelli rasati come se la sua testa fosse una grossa mela, ma perchè aveva due occhi grandi e neri e da quelli uscivano, a sua insaputa, tutte le cose che già, così piccolo, aveva circa 6 anni, avesse affrontato e visto. Si sedette al primo posto libero che trovò, le gambe penzoloni per l'altezza della seduta, e lo sguardo rivolto verso il finestrino, dando un'occhiata, da così in alto, alla campagna che lui conosceva, ma la conosceva con i piedi in terra, negli angusti boschi di acacie e di pioppi irti e lunghi a toccare il cielo, il bordo del fiume che scorreva laggiù, oltre il poggio verde a proteggere l'inondazioni, lui lo sapeva quante canne al vento e quanti pesci c'erano che liberi si avvicinavano al mare per poi tornare indietro, perchè loro non vivevano nel sale, ma solo acqua dolce, che al tempo quasi si poteva bere. E ancora guardava quelle vecchie case, dai muri malamente intonacati, colori cupi e "stoini" di un verde antico e usurato alle finestre, parevano anche loro che lo stessero a guardare, anche loro conoscevano il suo destino e soffrivano al dovere restare inermi senza aver niente per contraddire, e lui le conosceva quelle case pure nell'interno, cucine ampie da caminetti quasi sempre accesi, pentole a ribollire e noci e mele come frutti, posati sopra un lungo tavolo di legno poco levigato, quasi a menzionare la povertà che circolava immensa, quella era la mensa e altro non c'era da cercare.
Il frastuono del rumore della corriera in partenza, lo distolse un attimo dal pensare, e come soltanto un bambino lo può fare, si destò con la curiosità mista a meraviglia di quel mezzo che riusciva a camminare senza essere spinto da niente e da nessuno, non come il vecchio aratro che usava suo nonno, che oltre ad essere trainato da quelle grosse bestie di tori, spesso si era trovato, lui bambino, a spingerlo insieme al nonno perchè la lama non usciva dal solco che aveva aperto nel grasso terreno. Ecco si muove, e pure le case e tutto l'intorno improvvisamente cambia e offre case diverse e diverse campagne, persone e alberi che non aveva mai veduto, non conosceva i platani e nemmeno i lecci, non aveva mai visto un'abitazione così tanto alta, come quelle che ora gli si parava davanti, tante finestre e un solo portone, e niente stoini ma persiane, ma lui ancora non sapeva questo nome.
In lontananza gli parve di scorgere l'abitato che ora lui doveva lasciare, era proprio laggiù che lui fino ad ora aveva abitato senza mai credere o pensare di doverlo un giorno abbandonare, non certo così presto e così in fretta, e così in fretta aveva dovuto conoscere e sapere che quella che fino ad allora aveva amato, conosciuto, sorriso e pianto insieme, non era la sua vera madre, ma solo una che lo aveva allevato, perchè....che cose difficili da capire gli giravano nella testa,.....perchè la sua vera madre era morta quando era nato, e ora ritornava alla casa dove avrebbe trovato un padre e una madre ad accudirlo perchè doveva andare a scuola e.......e quante cose aveva appreso in un momento e in quel momento non aveva pianto, non si era disperato, il pianto e la disperazione erano nel volto di quella che sempre lo aveva allevato e gli diceva quelle cose mentre lo aveva accompagnato alla corriera.....lei lo sapeva che non lo avrebbe più abbracciato e lui ancora non capiva bene e perchè quella "sua madre" non piangesse ancora gli colse una margherita e gliela donò, come sempre faceva ai primi tepori di primavera. " Mamma non piangere, poi ritorno con la corriera".
Ora le mura di una città si facevano prepotenti, fuori non c'erano più i campi e non si vedevano più i poggi che proteggevano il fiume, e chissà perchè, lui non lo capiva, aveva dentro gli occhi grandi e neri, una lacrima che voleva scendere a tutti i costi e dopo quella altre a farle compagnia. " Mamma ritorno con la corriera".
"La corsa è finita, siamo arrivati". Urlò il conduttore e tutti scesero e lui che ancora non sapeva cosa fare, si sentì chiamare dal fuori dell'uscita principale, si voltò sorpreso e c'era una donna che lo aspettava a braccia aperte e gli sorrideva: " Francesco vieni, vieni sono qui che ti aspettavo....." Scese, fu da lei abbracciato stretto stretto, non si sentiva di doverle niente, lei lo prese per la mano e mentre parlava si incamminarono per la strada cittadina.....c'erano delle aiuole in mezzo ad una piazza e c'erano pure delle margherite, ma la voglia di coglierne una l'aveva già repressa, o forse nascosta per non sciupare niente......e ritornò alla frase della corriera......tornerò, mamma, tornerò anche senza corriera.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

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