Aveva un sogno, come tanti del resto, ma a lui non importava degli altri, lui aveva un sogno ed era quello di volare. Perchè sapeva riconoscere negli uccelli il valore che possedevano nelle loro ali, quasi invidiava il loro avvicinarsi al sole e poterlo anche baciare, piangeva nel saperli potersi cullare sulle nuvole e si tormentava al saperli trascinati dai venti. Aveva un sogno, quello di volare, librare sopra nel cielo e vedere il mondo sotto il suo corpo leggero, scoprire i boschi e potere vedere l'immenso mare, sfiorare le vette più alte dei monti per sentire delle nevi il brivido e occhiare il loro brillare, posarsi sui tetti delle case ed ascoltare le voci dei suoi simili che non sapevano volare, potersi tenere in equilibrio sopra un filo della luce e rimanere folgorato dall'ebrezza del sentirsi vicino al precipitare.
Aveva un sogno ma era anche cosciente che non l'avrebbe potuto realizzare, e allora si prodigava in quegli esercizi o sport che lo avvicinavano a quel mistero, guardava i trapezisti, nei circhi dei paesi che sapeva si esibissero, i loro giochi nell'aria cullati da un'altalena che sembrava attaccata al cielo, andava a gli aeroporti per vedere decollare quei mostri d'acciaio che nonostante la loro pesantezza, sapevano rimanere in aria come gabbiani, si meravigliava dei paracadutisti che prima di aprire la loro protezione si dedicavano ai giochi svariati di capriole e volteggi, abbandonati nell'aria, si divertiva a guardare i bambini che immaginavano nel quasi loro reale, con un oggetto in mano, di scavalcare montagne e confini e volare senza limiti e ostacoli alcuni.
Aveva un sogno e voleva realizzarlo e con questa mania fissa nella mente, ne parlava alla gente, a tutte le persone che incontrava, ma difficilmente la gente lo ascoltava, ognuno aveva le sue cose da fare, ognuno aveva altre problematiche da risolvere e gestire, forse anche loro avrebbero avuto quello stesso desiderio ma non era mai il momento giusto per poterlo pensare.
Poi un avvenimento diverso dall'abituale costrinse ogni persona a dovere fermare il loro continuo camminare, lavorare, correre e gestire, improvvisamente un diversivo colorato di rosso come lo è sempre ogni male, invase tutto il mondo e la gente dovette fermarsi, restare in casa ad aspettare, meditare, sperare e allora anche a loro nacque il desiderio di potere volare.
Aveva un sogno e ora sapeva che non era solo ad averlo a pensare, e fu che l'ingegno della mente quando è lasciata a lavorare, a pensare per necessità e per potere almeno dare un senso a quei momenti che non si poteva e non si doveva fare, ecco che avvenne che qualcuno ebbe l'idea di prendere un libro che stava su quel tavolo, come soprammobile, da tanto tempo, e si mise a leggerlo, prima quasi sbadatamente, sfogliando velocemente per trovare alcune immagini che lo distogliessero dal pensare, poi non trovandole iniziò a leggere le parole...poi le frasi....e poi come per una magia e per un qualche cosa di strano, non si rendeva conto , ma stava per volare.
Aveva un sogno, e allora imparò a leggere anche lui come non aveva mai fatto, ogni cosa che contenesse parole, frasi, narrazioni o soltanto figure con parole, e se era un racconto era un volo leggero e vicino che con la mente magari arrivava sulla piazza del paese, quella che ora era vuota, ancora, per quel qualche cosa di rosso che era un male, se era un romanzo allora era un viaggio lungo quello che faceva e sapeva che sarebbe arrivato fino al sole, avrebbe visto le città e avrebbe anche sentito il brivido freddo della neve.
Aveva un sogno, e si ritrovò nel cielo con tanti altri come lui, a volare, uno stormo immenso che si scambiava parole fatte di nuvole e stelle, piogge e soffi di vento, e tanti impararono anche a leggere a chi non lo poteva fare, e allora era bello vedere i malati, gli invalidi, i poveri, gli analfabeti, che si libravano con un sorriso vero e sincero dentro gli occhi.
Aveva un sogno nel cuore e lo aveva realizzato, anche un angelo con le ali ora volava nel cielo insieme a tanti, ma un angelo non sapeva già volare?
Aveva un sogno ma era anche cosciente che non l'avrebbe potuto realizzare, e allora si prodigava in quegli esercizi o sport che lo avvicinavano a quel mistero, guardava i trapezisti, nei circhi dei paesi che sapeva si esibissero, i loro giochi nell'aria cullati da un'altalena che sembrava attaccata al cielo, andava a gli aeroporti per vedere decollare quei mostri d'acciaio che nonostante la loro pesantezza, sapevano rimanere in aria come gabbiani, si meravigliava dei paracadutisti che prima di aprire la loro protezione si dedicavano ai giochi svariati di capriole e volteggi, abbandonati nell'aria, si divertiva a guardare i bambini che immaginavano nel quasi loro reale, con un oggetto in mano, di scavalcare montagne e confini e volare senza limiti e ostacoli alcuni.
Aveva un sogno e voleva realizzarlo e con questa mania fissa nella mente, ne parlava alla gente, a tutte le persone che incontrava, ma difficilmente la gente lo ascoltava, ognuno aveva le sue cose da fare, ognuno aveva altre problematiche da risolvere e gestire, forse anche loro avrebbero avuto quello stesso desiderio ma non era mai il momento giusto per poterlo pensare.
Poi un avvenimento diverso dall'abituale costrinse ogni persona a dovere fermare il loro continuo camminare, lavorare, correre e gestire, improvvisamente un diversivo colorato di rosso come lo è sempre ogni male, invase tutto il mondo e la gente dovette fermarsi, restare in casa ad aspettare, meditare, sperare e allora anche a loro nacque il desiderio di potere volare.
Aveva un sogno e ora sapeva che non era solo ad averlo a pensare, e fu che l'ingegno della mente quando è lasciata a lavorare, a pensare per necessità e per potere almeno dare un senso a quei momenti che non si poteva e non si doveva fare, ecco che avvenne che qualcuno ebbe l'idea di prendere un libro che stava su quel tavolo, come soprammobile, da tanto tempo, e si mise a leggerlo, prima quasi sbadatamente, sfogliando velocemente per trovare alcune immagini che lo distogliessero dal pensare, poi non trovandole iniziò a leggere le parole...poi le frasi....e poi come per una magia e per un qualche cosa di strano, non si rendeva conto , ma stava per volare.
Aveva un sogno, e allora imparò a leggere anche lui come non aveva mai fatto, ogni cosa che contenesse parole, frasi, narrazioni o soltanto figure con parole, e se era un racconto era un volo leggero e vicino che con la mente magari arrivava sulla piazza del paese, quella che ora era vuota, ancora, per quel qualche cosa di rosso che era un male, se era un romanzo allora era un viaggio lungo quello che faceva e sapeva che sarebbe arrivato fino al sole, avrebbe visto le città e avrebbe anche sentito il brivido freddo della neve.
Aveva un sogno, e si ritrovò nel cielo con tanti altri come lui, a volare, uno stormo immenso che si scambiava parole fatte di nuvole e stelle, piogge e soffi di vento, e tanti impararono anche a leggere a chi non lo poteva fare, e allora era bello vedere i malati, gli invalidi, i poveri, gli analfabeti, che si libravano con un sorriso vero e sincero dentro gli occhi.
Aveva un sogno nel cuore e lo aveva realizzato, anche un angelo con le ali ora volava nel cielo insieme a tanti, ma un angelo non sapeva già volare?
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web: Marc Chagall, The Angel and the Reader, c. 1930
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