domenica 15 marzo 2020

HO DECISO, ESCO!

Stamani aprendo la finestra, oltre al silenzio immane che mi ha invaso subito, abituato agli assordanti rumori di sempre, c'è anche un bel sole che splende quasi a sottolineare che la primavera si sta avvicinando e mi sono detto: “ Io ancora un giorno chiuso in casa non ci resisto, io esco!”
Mi sono vestito con una tuta, per essere libero nei movimenti, un paio di scarpe comode, quelle per le grandi camminate, un berretto sulla testa, che anche se non sono un ventenne, a me piace farmi notare, e non potrei uscire senza, un piccolo zainetto dove ho messo un libro, quello che attualmente sto rileggendo, Cecità di Saramago, mi capitasse di fermarmi in qualche panchina, gli occhiali, che col c..... che leggo, una merendina come i bambini, più mi sto descrivendo capisco che la vecchiaia ci fa ritornare davvero indietro e ci fra anche rincitrullire....ma questo è un altro discorso. Bene posso anche uscire, forse qualcuno me lo vieta? Oddio il divieto c'è , eccome, ma io sapete che vi dico, a quest'età non posso sopportare di sentirmi ostruire la libertà, quella che forse è l'ultima che mi posso godere, mi dispiace ma non ci sto a questo e vado a respirare. ESCO!
Le scale sono ultimamente la mia difficoltà maggiore, ma questo è un'ostacolo che so con pazienza superare, mi pare di essere una chiocciola che si porta appresso la sua casetta, io ho lo zaino, e lentamente, un piede dopo l'altro, uno scalino dopo l'altro, afferrato al passamano con la paura di ruzzolare altrimenti ….non ci voglio pensare. Scendendo sento le voci negli altri appartamenti degli inquilini costretti nelle case per quel morbo che ci vorrebbe tutti far morire, e sento musiche e canti che escono certamente da radio o televisioni, sento gli ultimi aggiornamenti dei morti e contagiati, sento i commenti e alcuni anche disperati, sento un suonare di chitarra e anche un pianoforte, chi è in questa scala che ha un pianoforte?, sento il cantare stonato di un giovane e le grida disperate di un altro che cerca di farlo chetare, sento un bambino che chiama la mamma che gli porti colazione perchè lui non può muoversi altrimenti Spiderman cade da un palazzo, sento un uomo che vorrebbe, come me uscire, ma una donna, presumibilmente la compagna, gli fa notare che non si può e che bisogna sopportare, sento Maria, una mia coetanea che sta nell'appartamento sopra il mio, che si rammarica con qualcuno dei poveretti che ci hanno perso la vita e di quelli che ancora stanno a soffrire e sento......sento sempre di più la voglia di scendere ed uscire.
Ancora pochi scalini e sono arrivato, quando dal pianoterra, Gina, la portiera, mi vede e mi grida:
“ Signor Giovanni anche stamani la solita passeggiata?”
“ Certo Gina come potrei non farla”
E arrivo al pianerottolo, saluto la portiera, e poi apro la porta e scendo nel sottosuolo, vado nel garage che possiedo sotto questo palazzo, entro e apro la finestra, entra aria buona, mi avvicino ad una gabbia, i canarini sono già svegli e arzilli, cambio loro l'acqua che prendo da un rubinetto del lavatoio che ho in questa stanza, prendo la merendina che avevo messo nello zaino, la sbriciolo con le mani e la metto sul fondo della gabbia, a loro piace andarsela a cercare. Mi siedo su una sedia, penso a lei che non ho più accanto, penso a quando la raggiungerò, ma per ora mi accontento e leggo perchè altro non posso e non so cosa fare, Cecità di Saramago, mi sembra molto attuale.
Ho deciso esco! Anche con la mente devo vagare.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web: Acrobat with bouquet, 1963, Marc Chagall

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