Oggi festeggio la mia prima settimana di chiusura obbligata in questa casa, la chiamano quarantena, e ho preparato un pranzo succulento per non so quante persone. Si lo so che non si devono creare assembramenti e gruppi, ma non vi preoccupate ho pensato a tutto, saranno invitati speciali e non virtuali vi assicuro, ma ho voluto intorno a me persone speciali e non potevo non festeggiare senza averli accanto. Ho apparecchiato nel mio studio, su una scrivania di legno antico, ho posato una tovaglia in lino bianco, di quelle di una volta, ricamate a mano e con le trine ai bordi, un ultimo pezzo raro del corredo di mia madre. Ho messo stoviglie in ceramica bianca con fioriture tenui di rose color rosa e foglie verdi, bicchieri di cristallo, gli unici rimasti di un'acquisto folle ad un mercatino d'antiquariato, quando ancora ci si poteva andare e quando ancora si potevano fare acquisti da non lasciarci anche il cuore. Posate d'argento, lo so sono rare, ma che volete sono gli unici ori che possiedo, e vi pare tanto? Non potevo non mettere nel centro un bel vaso con fiori a riempirlo, ma non potendo uscire fuori e poi i fiorai sono anche loro chiusi da tempo, ho messo dei rami secchi con foglie di magnolia, residuo di un Natale che quasi non ricordo di avere trascorso, tanto sono stati impegnativi questi ultimi tempi, hanno una lieve colorazione argento, una spruzzata di colore che al momento andava bene, ora mi pare quasi un fascino retrò e non è poi tanto male.
Ho profumato la stanza con un aroma di glicine fiorito, che a me da tanto senso di pace e sereno dentro l'anima, quasi mi sembra di essere fuori a respirare e poi …...ecco che arrivano gli invitati, bene ve li presento anche se sono sicuro che li conoscete, almeno per sentiti nominare......
Il primo ad arrivare è un ragazzino, anzi lo dovrei chiamare burattino, ma il tempo è passato anche per lui, non ha più quelle schegge di legno a contrastare, il naso non gli si allunga più e non è più quella testa di legno che si credeva fosse, l'avete certo capito di chi parlo, è arrivato Pinocchio, ma non è venuto solo, ha portato con se da buon cavaliere, la fata Turchina che anche se invecchiata ha ancora quel fascino misterioso di una volta, e poi con quel vestito in tulle azzurro da strasse argentate che le fanno brillare il volto e la sua ormai lenta andatura, è sempre una bella donna anzi una regina.
Si sentono rumori sulle scale, un vociare eclatante, ma si certo non può essere che lui, sempre avventuroso e assordante, non poteva non farsi notare, è vestito con tutta la sua armatura, ancora con gli occhi stralunati e un nemico sempre davanti da doversi difendere e lottare, è arrivato solo senza il suo eterno amico , ma Don Chisciotte sa cavarsela ugualmente e poi qui non ci saranno mulini a vento da sfidare.
Ancora sofferente delle avventure passate, dei ricordi di un travagliato passato che si porta dentro, arriva con la dovuta galanteria, è un signore adesso, almeno nell'animo che si è guadagnato, porta sul volto in ogni ruga, la traccia del forzato, della paura della fuga dalla prigionia, il terrore dell'essere ricercato, ma negli occhi ha ancora tutto l'amore che ha donato, e stanco, si siede dopo aver a malapena salutato....povero Jean Valjean.
Un volto smunto, emaciato, intimorito e con un pizzico di timidezza, si affaccia dietro la porta d'ingresso, non sa cosa fare, quasi incerto se entrare, la coscienza ancora lo morde dentro, ha paura ancora di essere giudicato, additato, ma chi non ha a cuore il suo tormento e non conosce il suo patimento del brutto affare in cui si era, da giovane, cacciato, Rodion Romanovic Raskol'nikov detto Rodja.
“ Entri, signor Rodja, siamo tra amici e grazie di essere venuto”.
Chi non ha bisogno di essere incitato ad entrare è lui, alto, ancora con un corpo da soldato, tenuto nel suo essere, spavaldo e con una forza nel sorriso da farti impressionare, eccolo il grande avventuriero che non si è mai fermato a nessun ostacolo che avesse ad incontrare, ancora forte nel portamento come nelle braccia possenti che senti nello stringere la mano, e non è solo, stavolta onde averne poi a farne un'Odissea a ritornare si è portato la meravigliosa e umile consorte appresso, ecco Ulisse con Penelope sull'ingresso.
Spavaldo, sorridente, frivolo quel poco che serve a divertire la gente, vestito con cura, giacca appariscente ma di tessuto fine e di costosa fattura, pantalone rigato, cappello e fiocco a darne la misura, guanto ben tirato sulla mano posata ad un leggero bastone nero lucido, e l'altra a smanaccare, libera del guanto, a far notare la sua gioviale voglia di essere notato e notare. Eccolo il dandy del momento, Dorian Gray.
Certo l'andatura di un nobile si fa sempre notare e gustare agli occhi, eccolo il nobile di cuore e di portamento, ecco colui che dal male avuto si è riscattato con astuzia e con la fortunata sorte, un frac nero a impressionare il suo giovanile e perfetto corpo, camicia bianca con colletto in trina a rifinire, un fiocco di seta, nero e un volto a incantare, accompagnato dalla donna che sempre ha amato e per la quale ritornò a conquistare. Entrano e la stanza assume un vero colore, Edmond Dantes e Mercedes fanno davvero la misura!
A terminare questo elenco di persone non poteva mancare colui che di tutti avrà certo da indagare, non si perderà un momento del loro parlare, ridere o scherzare e di tutti ne trarrà le sue conclusioni, saranno per lui come investigazioni, certo non ci sarà un delitto o un rapimento, almeno spero, non ci saranno criminali e ladri da scoprire, ma sarà per lui un divertimento poter ugualmente indagare.
“Elementare dottor Watson” si rivolge al suo compagno Sherlock Holmes, mentre sta per entrare.
Ebbene gli ospiti sono quasi tutti arrivati e a voi lascio pensare e immaginare chi ancora potrebbe arrivare, la tavola è apparecchiata e intorno a me ho tanti libri ancora da sfogliare per permettere ai personaggi di avvicinarsi a questo pranzo di uno che è chiuso in casa, come tanti, per dovere e per diritto, il primo verso lo stato e la società, il secondo alla nostra vita!
Ho profumato la stanza con un aroma di glicine fiorito, che a me da tanto senso di pace e sereno dentro l'anima, quasi mi sembra di essere fuori a respirare e poi …...ecco che arrivano gli invitati, bene ve li presento anche se sono sicuro che li conoscete, almeno per sentiti nominare......
Il primo ad arrivare è un ragazzino, anzi lo dovrei chiamare burattino, ma il tempo è passato anche per lui, non ha più quelle schegge di legno a contrastare, il naso non gli si allunga più e non è più quella testa di legno che si credeva fosse, l'avete certo capito di chi parlo, è arrivato Pinocchio, ma non è venuto solo, ha portato con se da buon cavaliere, la fata Turchina che anche se invecchiata ha ancora quel fascino misterioso di una volta, e poi con quel vestito in tulle azzurro da strasse argentate che le fanno brillare il volto e la sua ormai lenta andatura, è sempre una bella donna anzi una regina.
Si sentono rumori sulle scale, un vociare eclatante, ma si certo non può essere che lui, sempre avventuroso e assordante, non poteva non farsi notare, è vestito con tutta la sua armatura, ancora con gli occhi stralunati e un nemico sempre davanti da doversi difendere e lottare, è arrivato solo senza il suo eterno amico , ma Don Chisciotte sa cavarsela ugualmente e poi qui non ci saranno mulini a vento da sfidare.
Ancora sofferente delle avventure passate, dei ricordi di un travagliato passato che si porta dentro, arriva con la dovuta galanteria, è un signore adesso, almeno nell'animo che si è guadagnato, porta sul volto in ogni ruga, la traccia del forzato, della paura della fuga dalla prigionia, il terrore dell'essere ricercato, ma negli occhi ha ancora tutto l'amore che ha donato, e stanco, si siede dopo aver a malapena salutato....povero Jean Valjean.
Un volto smunto, emaciato, intimorito e con un pizzico di timidezza, si affaccia dietro la porta d'ingresso, non sa cosa fare, quasi incerto se entrare, la coscienza ancora lo morde dentro, ha paura ancora di essere giudicato, additato, ma chi non ha a cuore il suo tormento e non conosce il suo patimento del brutto affare in cui si era, da giovane, cacciato, Rodion Romanovic Raskol'nikov detto Rodja.
“ Entri, signor Rodja, siamo tra amici e grazie di essere venuto”.
Chi non ha bisogno di essere incitato ad entrare è lui, alto, ancora con un corpo da soldato, tenuto nel suo essere, spavaldo e con una forza nel sorriso da farti impressionare, eccolo il grande avventuriero che non si è mai fermato a nessun ostacolo che avesse ad incontrare, ancora forte nel portamento come nelle braccia possenti che senti nello stringere la mano, e non è solo, stavolta onde averne poi a farne un'Odissea a ritornare si è portato la meravigliosa e umile consorte appresso, ecco Ulisse con Penelope sull'ingresso.
Spavaldo, sorridente, frivolo quel poco che serve a divertire la gente, vestito con cura, giacca appariscente ma di tessuto fine e di costosa fattura, pantalone rigato, cappello e fiocco a darne la misura, guanto ben tirato sulla mano posata ad un leggero bastone nero lucido, e l'altra a smanaccare, libera del guanto, a far notare la sua gioviale voglia di essere notato e notare. Eccolo il dandy del momento, Dorian Gray.
Certo l'andatura di un nobile si fa sempre notare e gustare agli occhi, eccolo il nobile di cuore e di portamento, ecco colui che dal male avuto si è riscattato con astuzia e con la fortunata sorte, un frac nero a impressionare il suo giovanile e perfetto corpo, camicia bianca con colletto in trina a rifinire, un fiocco di seta, nero e un volto a incantare, accompagnato dalla donna che sempre ha amato e per la quale ritornò a conquistare. Entrano e la stanza assume un vero colore, Edmond Dantes e Mercedes fanno davvero la misura!
A terminare questo elenco di persone non poteva mancare colui che di tutti avrà certo da indagare, non si perderà un momento del loro parlare, ridere o scherzare e di tutti ne trarrà le sue conclusioni, saranno per lui come investigazioni, certo non ci sarà un delitto o un rapimento, almeno spero, non ci saranno criminali e ladri da scoprire, ma sarà per lui un divertimento poter ugualmente indagare.
“Elementare dottor Watson” si rivolge al suo compagno Sherlock Holmes, mentre sta per entrare.
Ebbene gli ospiti sono quasi tutti arrivati e a voi lascio pensare e immaginare chi ancora potrebbe arrivare, la tavola è apparecchiata e intorno a me ho tanti libri ancora da sfogliare per permettere ai personaggi di avvicinarsi a questo pranzo di uno che è chiuso in casa, come tanti, per dovere e per diritto, il primo verso lo stato e la società, il secondo alla nostra vita!
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web
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