venerdì 28 febbraio 2020

LA LEPRE E I SUOI AMICI

Un critico dell'800, scrisse a proposito delle favole su gli Annales litteraires:
“Tutti coloro che hanno scritto favole dopo La Fontaine assomigliano a coloro che hanno costruito delle piccole capanne ai piedi di un edificio che si innalza al cielo; la capanna di Florian è costruita con più eleganza e robustezza rispetto alle altre e le domina di parecchi gradi!”.
LA LEPRE E I SUOI AMICI


Quante volte vi sarete incontrati, camminando per boschi e per prati, con una lepre che furtiva vi attraversa il cammino o nascosta e solerte si ciba dei frutti della natura e vi sfugge al primo vostro sottile respirare. Ebbene una volta, una di queste buone, affettuose e gentili bestiole aveva un gran desiderio, di avere intorno a se tanti amici e non dava adito a quello che altre sue simili dicevano in proposito: “ Amici miei, non ci sono purtroppo amici!”.
Ma lei appena uscita dalla sua tana incontrava sempre qualcuno e per questi cercava sempre di essere gentile e servizievole, ora incontrava un coniglio, suo cugino di razza, e magari lo invitava nella sua tana:
“ Vieni cugino nella mia tana, ho preparato una buona colazione”
Oppure scorgeva uno di quei cavalli ancora liberi nei campi e si prodigava a informarlo:
“ Conosco un laghetto qui vicino che ha acque così limpide e leggere da cui puoi abbeverarti tranquillamente, seguimi che ti insegno il luogo”.
E così faceva con tutti gli animali che aveva ad incontrare, cervi, daini, tori e tanti altri e con essi era sempre gentile e premurosa, si mostrava compiacente e pensava che un giorno ne sarebbe stata ricambiata.
Avvenne che una mattina, appena uscita dalla tana, sentisse un gran fragore e un suonar di corno, che si avvide del grande pericolo che le accadeva, un branco di cani erano stati liberati per la sua caccia, uomini con fucili li seguivano per sparare al primo muoversi di animale, e a lei non restò che iniziare a fuggire con tutta lo forza e il fiato che possedeva e questi dietro senza darle tregua.
Cercò allora riparo nel bosco e incontrò il cugino coniglio a cui chiese riparo nella sua tana, ma questi con la scusa che sua moglie aveva partorito da poco tanti coniglietti, non vi aveva posto per darle riparo, e allora con il cuore in gola continuò il suo stressante correre quando trovò un toro, uno di quelli a cui aveva sempre portato rispetto e donato piacere, chiese di nuovo aiuto ma questi, con finto rammarico, gli spiegò che già aveva da lottare per proteggere i suoi figli, due giovani vitelli e non poteva badare a lei.


Così fu con altri animali che incontrava nel suo affannoso tentativo di riparo, con i cani dietro attaccati al suo fiato, nessuno di coloro a cui le si era dedicata con tanto amore, ora gli dava ascolto e aiuto, quando capitò dietro un grosso cespuglio e vi trovò due caprioli, anch'essi al riparo dai cacciatori e dai cani. Uno dei due si sollevò e con uno scatto invidiabile uscì dal nascondiglio e iniziò a correre così da turbare un attimo il fiuto dei cani, che lasciato quello della lepre, si dedicarono a quello più invitante, una preda davvero invidiabile. Il capriolo trascinò dietro di se i latrati dei cani, zigzagando tra gli alberi e i folti cespugli per poi ritornare alla nascondiglio iniziale dove una volta raggiunto, l'altro capriolo prese a correre come il suo pari e così in eguale maniera ritornò a sua volta al riparo e ancora l'altro che si era riposato riprese la corsa, e in questo scambio di ruoli la lepre ne rimaneva affascinata, sorpresa e sbigottita. La cosa andò avanti quasi fino a sera finchè i cacciatori ormai delusi e i cani stremati abbandonarono la magra caccia e i due caprioli poterono così riposare. La lepre non potè che compiacersi dei due compagni e disse:
“ Come siete stati bravi! E come vi volete bene! L'amicizia è una grande cosa! Anche io, sapete, ho tanti amici, ma oggi......”
“ Tanti amici?” la interruppe uno dei caprioli “ Tanti amici?......Oh, basta uno solo, ma vero e sicuro.”
Morale: “ Soltanto nella sfortuna si afferma la forza umana, e la fedeltà dell'amico si sperimenta soltanto nella tempesta” (Korner)
Mio libero adattamento da “Fables” di Jean-Pierre Claris de Florian
Roberto Busembai (errebi)
Immagini web by gallica.bnf.fr

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