martedì 24 marzo 2020

DA CHE PARTE DOVREMMO STARE

Ma da che parte dovremmo stare, da quella solare che esalta alla speranza o da quella che critica e evidenza i pericoli ancora immensi che ci circondano e quello che, ancora più disastroso, ci aspetta il ritorno? Ma da che parte dovremmo stare, da quella dove tutti siamo nella stessa brace e ci avviciniamo nel bene e nel male, o da quella che propone, da ogni parte, la critica, e evidenzia che ogni qualsiasi forma sia stata attuata non è altro che un motivo per dare un colpo a questa Nazione che manca di tutto, e scusate se aggiungo, ma manca anche e soprattutto del bene.
Da che parte dovremmo stare per continuare a sopravvivere questi giorni, fatti d'immenso dolore a chi possiede un minimo di cuore, a questi giorni fatti di tutto e di niente, costretti in casa a inventarsi la vita, quella che potrebbe anche venire a mancare, così improvvisamente, come un alito forte di vento che spazza tutto e tutto ha da spazzare. Da che parte dovremmo stare se vogliamo ancora rimanere vivi dentro, e non morire dalle continue e massacranti notizie che ci vengono, purtroppo, annunciate da ogni social, notiziario e altri genere d'informazione, e poi noi nonostante dovremmo anche sperare, magari guardando i nostri anziani genitori raccolti su una poltrona, coscienti di quello che a loro potrebbe accadere più facilmente, guardare i nostri figli che riescono a vivere del social e del virtuale come cosa normale, ma che a noi rimane a cuore aperto non sapere quello che il futuro a loro è assicurato.
Da che parte dovremmo stare, se dobbiamo rimanere a inventarsi un sogno, rinnegare un ricordo per non stare ancora più male, dimenticarsi il cielo e il prato, il mare e la montagna, le passeggiate e gli abbracci, i baci e le strette di mano, gli affetti e i bisogni di sentirsi amati e reciprocamente donarci, da che parte dovremmo stare, se una parte deve esserci in questo diverso camminare tra un urlo di dolore e un grido di protesta, tra un pianto di un figlio per il genitore perso e un sorriso nonostante la fatica da chi invece lotta per mantenere vivo quel genitore e pure anche il figlio.
Stare in casa è l'appellativo, ma almeno donateci anche un attimo di sollievo, dateci un sogno ancora da sperare, con i vostri social, i vostri spettacoli e notiziari, con i vostri mezzi di comunicazione, dateci almeno un attimo di divertimento anche se solo è parte d'illusione, levateci gli spot sempre più massacranti e continui perchè il commercio deve andare avanti e perchè il saperci tutti a casa, c'è il maledetto share che la visione è garantita, e allora auto, medicinali, paste pronte, alimentari, e tante altre cose a riempirci queste nostre tristi e dolorose giornate.
Stare in casa, ma forse dovremmo metterci davvero seduti su un divano o una sedia e aspettare che un uomo vestito da marziano in tuta gialla e con la maschera galattica suoni al nostro portone?
Da che parte dovremmo stare, non sappiamo nemmeno essere solidali nel condominio, che lo pretendiamo dal nostro popolo e dai nostri governanti, tutti, tutti quanti; da che parte dovremmo stare, io penso che dovremmo stare dalla parte del cuore e dell'amore, ma e sottolineo e marco il MA in maiuscolo per darne importanza, ma ho una parte che mi rode dentro e mi fa davvero stare male, che questo immenso virus che ci ha colpito e reso deboli e fragili, non ha portato quel senso che avrebbe dovuto, del sentirsi tutti uguali e di ripararci ognuno verso l'altro, a noi ci ha prevalso l'odio, l'invidia e il disprezzo, la critica e l'amore esagerato verso lo star bene senza niente dare e sempre e solo ottenere, il virus più grande che noi abbiamo ormai nel nostro corpo e nella nostra anima si chiama Denaro e con quello non abbiamo neppure da porsi la domanda iniziale....
Da che parte dovremmo stare?
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web: Ben Howe - "Tectonica"

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