In un condominio di cinque piani, sono tanti gli appartamenti e tanti sono quelli che vi stanno ad abitare, sono giovani, anziani, bambini e pure tanti gatti e tanti cani, ma quest'ultimi non hanno da restare obbligati nelle stanze, i gatti riescono ad evadere quando meno te lo aspetti, per i cani è un poco più diverso, ma c'è rispetto e si portano fuori a “pisciare”.
Per i condomini, in questa fase di quarantena obbligata, di virus letale, di anomalia mondiale che intacca la salute fino alla morte, per tanti, la cosa si fa davvero snervante, dolorosa e stressante, ma la paura, dice un vecchio detto, fa novanta, ovvero bisogna reprimerla nel profondo e dare un senso ad ogni giorno.
Per esempio c'è la signorina dell'ultimo piano, si quella bionda, assai carina, la segretaria del commendatore, quello siciliano, quello che ha case e ville da ogni parte, beh lei ogni tanto la sua uscita la deve fare...sul balcone, altrimenti non può vivere senza che almeno una volta al giorno, qualcuno gli dica “ quanto sei bella” e così spera che dal condominio che ha di fronte, un giovane e pure anche un vecchio, tanto l'occhio non fa male e non disturba niente, la adocchi e ci faccia sopra il suo pensare.
Mi viene invece da pensare alla signora Franca, quella del quarto piano, che da poco è rimasta vedova, il suo uomo se n'è andato per colpa di un banale incidente stradale, e pensare che era sempre stato molto attento nel guidare, rispettava i segnali e i limiti di velocità, ma certo non poteva pensare che un tir guidato da un alcolizzato lo investisse in pieno, quel pomeriggio mentre ritornava dal lavoro, l'unica volta che aveva preso l'autostrada per farne un piccolo tratto, visto l'eccessivo traffico sulla statale che faceva abitualmente. Lei ancora non si è ripresa, e la penso e l'ho anche vista, giorni or sono, sempre seduta sul letto con lo sguardo fisso e assente, rivolto alla finestra, con la speranza dentro di poter sentire il clacson dell'auto che suo marito suonava al suo arrivo.
Il Ragionier Paolini non trova nessun cambiamento in questo stare in casa obbligato, per lui essere all'ufficio o stare nel suo appartamento, è assolutamente indifferente, al lavoro ha il computer per sbrigare le pratiche, fare ordinazioni, compilare moduli ecc. per la ditta cui è dipendente, che pure a casa con il personal computer, agisce ugualmente e forse anche con più celia e tranquillità, anzi ora si è scelto un posto anche vicino alla luce, cosa che in ufficio è relegato in un angusto loco, dove l'unica luce è un accecante neon degli anni 70.
Paolo e Maria sono fratelli, scapolo lui, celibe lei, non hanno mai avuto relazioni o innamoramenti, per molto erano dediti alla famiglia, ma sia il padre che la madre da alcuni anni sono morti, e loro non hanno mai trovato il coraggio o forse la volontà di crearsi un nido personale, una vita propria. Insieme attraversano questo periodo distanti come sempre, si perchè nonostante continuino a convivere, tra di loro c'è un forte distacco, non è rabbia o rancore, odio o chissà cosa, soltanto non hanno niente da scambiarsi, parole poche, solo le necessarie, poi ognuno con se e con il suo chiuso mondo di solitudine perenne. Odiano persino i mezzi di comunicazione, non hanno televisore e radio e non amano affatto il computer, a volte mi domando se hanno il telefonino, ma sono sicuro che non hanno nemmeno quello. E allora in questi giorni li vedo intorno a un tavolo, lei a leggere un libro , stento a saperne il genere, lui un giornale, tanto per sapere qualche notizia, sempre che la cosa sia di suo interesse.
La giovane signorina Amelia de Nittis, che pare sia di nobile casata, ma se lo fosse così tanto nobile non abiterebbe in questo condominio, comunque abita a piano terra, e per lei la vita scorre sempre uguale, con la felicità smorzata sulle labbra da trasparire comunque un poco di dolore, è sola, ovvero, spesso in compagnia, vive sola, e sempre, come credo anche adesso, attende alla finestra una qualche grossa cilindrata che parcheggi sotto casa, perchè da quell'auto sicuramente arriva qualche bel giovane interessante, anche fisicamente, ma soprattutto economicamente, che la venga a farle visita.....così saltuariamente!
I coniugi Carli, lui impiegato alle poste centrali della città, lei professoressa d'italiano alle scuole medie, sono anche loro obbligati a starsene in casa, lui comunque è in casa per turno settimanale, perchè il servizio deve essere garantito, è una di quelle poche attività che rimangono aperte, mentre la signora è costretta a non insegnare, le scuole sono sprangate. Ci sarebbe la possibilità di comunicare con gli allievi, tramite la tecnologia, ma non ne parliamo, è già tanto se lei agisce con il telefonino, recupererà al nuovo rientro, quando e come non si sa, ma ci penserà al momento. Nel frattempo si legge un bel libro, forse Dante visto che in questi giorno è festeggiato, mentre lui si avvicina alla finestra e guarda pensando che non vede l'ora che finisca questa settimana, per uscire fuori e andare a lavorare, resistere con la moglie letterata è dura, molto dura.
Angela e Filippo sono una coppia di anziani gentili e socievoli, due persone cosiddette perbene, sono sempre solari, anche quando si sentono poco bene non danno mai cenno del loro silente dolore. Sono rimasti soli, i figli sono tutti e due sposati e abitano fuori comune. Li immagino, queste due persone, sedute accanto sopra il letto, tenendosi per mano, che pensano ai loro nipotini che non possono vedere causa la quarantena, e sentono anche se non se lo danno a vedere la paura di questo virus letale, che dice attacca soprattuto le persone anziane. E' quasi un lasciarsi andare, il loro, ad un gramo destino, inermi e incapaci di poter lottare, non resta che sperare e lo fanno pensando ai loro figli e al loro vivere migliore.
Al terzo piano abitano i coniugi Giannelli, Giovanni e Alba, una giovane coppia che forse è la più conosciuta, anzi chiacchierata, del condominio, perchè la loro unione è scandita da forti litigate, da rumori di cose gettate e rotte, da grida da ambo le parti. Qualcuno aveva pensato che lui fosse un violento e che lei avesse bisogno di essere aiutata, ma alle prime avvisaglie di un qualcuno che si era prodigato di parlare con la signora Alba, aveva ricevuto invece che ringraziamenti, un sonoro alterco nei suoi riguardi, che da quel giorno vige una frase sola tra i condomini....” Ma che si ammazzino pure”. E io li immagino ora, rinchiusi come due fiere in gabbia, che litigiosi se ne stanno, lei stesa sul letto con le spalle rivolte verso lui, che seduto sul bordo, si abbandona al niente, percè non ha più niente da urlare e sbraitare e guarda verso la finestra, che si trova vicina, nella speranza presto di uscire.
In ultimo rimangono Gabriele e Mirella, ma loro hanno preso questa quarantena come un gioco, naturalmente con le dovute precauzioni e con il pensiero sempre fisso a chi davvero sta male e sta morendo, ma è bello anche stare in casa, magari affacciarsi qualche volta al balcone o scendere al portone per prendersi un poco d'aria e di sole, in casa ci sono tante cose da fare, tanto da leggere, tanto da cucinare, scrivere, dipingere, inventare qualche piccolo lavoretto faidate, e poi com'è bello potere stare insieme così per tanto tempo, che soltanto nel periodo delle ferie è consentito, e quello dura poco.....questo non si sa per quanto e allora vogliamoci bene e speriamo sempre per il meglio.
Il condominio è interamente tuffato nel silenzio, ognuno con il suo pensare, ognuno con il suo sperare, e io non voglio certo far rumore, sarebbe come distoglierli dal niente e forse fargli anche male.
Vado in garage e chiudo il portone piano piano, vado a vedere l'auto che, assurdo ma lo devo dire, mi manca tanto guidare...ma tanto tanto da morire!
Immagine web: Dipinti di Edward Hopper