mentre lo dice, dovrebbe allora già riflettere e non solo pensare
di averlo" (errebi)
Certo che la vita è proprio ignorante! E non voglio travisare il concetto e la parola “ignorante” qui è posta nel senso che la identifica proprio come non conoscente, non sapiente, di natura selvaggia e ignara di quello che le accade, la vita è ignorante nel solo essere tale. Altrimenti non si spiega questo immenso bisogno di fare del male, non si spiega questa forza imponente nel criticare ogni cosa che viene detta e fatta, non si spiega quella caccia alla supremazia anche solo per la conquista di un posto sul treno o in coda in ufficio, e queste sono le piccole cose, figuriamoci quelle più importanti. Certo che la vita ci pone quelle tante e immense prove che già di per se sono eccessive, come se la natura stessa non facesse la sua buona parte, e allora ecco che nascono malattie, virus e accadimenti, disastri naturali, allagamenti, terremoti e quante ancora lo scorrere del mondo naturale ci pone davanti, e ribadisco, la vita è ignorante perchè non si rende nemmeno conto di quanto sacrificio deve sopportare ogni cosa che in essa davvero vive e di essa si sostiene.
Siamo oggetti usati da un destino fatale che non ha ordine o principio e fine, è un destino che cieco cammina inevitabilmente su ogni cosa, animale e persona, e non lascia una via di fuga o di scelta, siamo fili tirati sopra un precipizio di cose, siamo soltanto un baratro immenso che non conosce la sua profondità che talvolta può essere quasi infinita altre solo pochi metri, e in questo rincorrersi tra un arrivo e una partenza, navighiamo in una zattera immensa in balia di un'onda che la possa trasportare oppure sommergere per non più risollevare. Naufraghi dentro, in un mare di vuoto esistenziale, ci siamo persi nel niente e non riusciamo più a trovarci come se avessimo nebbie profonde e compatte a separarci per sempre. Certo che la vita è ignorante e noi l'abbiamo ancor più lasciata nel suo non sapere, l'abbiamo ricoperta del peggio che si poteva fare, e con la peggiore e non comprensibile, criticabile, stupida ignoranza maggiore l'abbiamo sommersa.
Voglio essere fiducioso, almeno speranzoso, c'è sempre una luce dopo una galleria, esiste sempre il buono dove c'è un cattivo, il bianco che sovrasta il nero, difficile è potere intravedere quella luce lontanissima che pare una minuscola e tenue stella in un firmamento perso e nero dalla nuvole grigie e dense, difficile poi è riscoprire il buono, quello sincero, quello fedele e vero, e non mascherato come spesso accade e come spesso si propone ed è il più acclamato, come difficile è capire il bianco, non tanto come colore, ma come calore e sapore innocente, pulito, lindo, immenso e gratificante, la vita è ignorante perchè offre spesso più il nero dentro il cuore, quasi che volesse, riprendersi troppo spesso quello che ci ha dato. E allora uomo che ti trovi con una intelligenza, almeno così ci hanno detto e ci è parso di avere, allora uomo usala per quello che la dovresti davvero usare e frega questa vita e trasformala sapiente, curala, controllala e falla camminare verso quella luce da poterla ingrandire, verso una bontà che non costa niente e arricchisce il cuore, verso quel colore bianco che tanto si addice all'amore.
Siamo oggetti usati da un destino fatale che non ha ordine o principio e fine, è un destino che cieco cammina inevitabilmente su ogni cosa, animale e persona, e non lascia una via di fuga o di scelta, siamo fili tirati sopra un precipizio di cose, siamo soltanto un baratro immenso che non conosce la sua profondità che talvolta può essere quasi infinita altre solo pochi metri, e in questo rincorrersi tra un arrivo e una partenza, navighiamo in una zattera immensa in balia di un'onda che la possa trasportare oppure sommergere per non più risollevare. Naufraghi dentro, in un mare di vuoto esistenziale, ci siamo persi nel niente e non riusciamo più a trovarci come se avessimo nebbie profonde e compatte a separarci per sempre. Certo che la vita è ignorante e noi l'abbiamo ancor più lasciata nel suo non sapere, l'abbiamo ricoperta del peggio che si poteva fare, e con la peggiore e non comprensibile, criticabile, stupida ignoranza maggiore l'abbiamo sommersa.
Voglio essere fiducioso, almeno speranzoso, c'è sempre una luce dopo una galleria, esiste sempre il buono dove c'è un cattivo, il bianco che sovrasta il nero, difficile è potere intravedere quella luce lontanissima che pare una minuscola e tenue stella in un firmamento perso e nero dalla nuvole grigie e dense, difficile poi è riscoprire il buono, quello sincero, quello fedele e vero, e non mascherato come spesso accade e come spesso si propone ed è il più acclamato, come difficile è capire il bianco, non tanto come colore, ma come calore e sapore innocente, pulito, lindo, immenso e gratificante, la vita è ignorante perchè offre spesso più il nero dentro il cuore, quasi che volesse, riprendersi troppo spesso quello che ci ha dato. E allora uomo che ti trovi con una intelligenza, almeno così ci hanno detto e ci è parso di avere, allora uomo usala per quello che la dovresti davvero usare e frega questa vita e trasformala sapiente, curala, controllala e falla camminare verso quella luce da poterla ingrandire, verso una bontà che non costa niente e arricchisce il cuore, verso quel colore bianco che tanto si addice all'amore.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web: Kunie Sugiura - Cut Flower Tendrils A
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