domenica 23 febbraio 2020

22 FEBBRAIO 1300 - BONIFACIO VIII "INVENTA" L'ANNO SANTO

Alla vigilia dell'anno nuovo, già dal 24 sera del 1299, un impressionante onta di cittadini romani con altrettanti pellegrini di altre città si accalca nella basilica di San Pietro fino ad avere una capienza tale da riempire la zona antistante fino al ponte di Castel Sant'Angelo. E' una folla, che a sentita di alcuni cardinali incorsi per capirne la motivazione, che diffonde voce che “ chi si fosse diretto alla tomba di San Pietro (principe degli apostoli) avrebbe avuto la cancellazione di tutti i peccati”. Il Papa, allora Bonifacio VIII, appena saputa la richiesta, si prodiga a consultare gli antichi libri per trovare traccia di una simile verità, ma non trova niente in merito o perchè è andato perduto o perchè la cosa non è poi così vera e che sia invece più un'opinione.
Ma la calca non diminuisce e le richieste sono sempre più acclamanti, tanto che si arriva al primo dell'anno del 1300 e si consolida la richiesta asserendo tra il popolo che “nel primo giorno del centesimo anno si sarebbe cancellata la macchia di tutte le colpe e chi avesse raggiunto, e questo fino ai due mesi successivi, la tomba del santo Apostolo, avrebbe ottenuto un'indulgenza di cento anni”. A dare maggiore credibilità pare che fu l'intervento di un anziano di circa 107 anni che asserì di essere stato cento anni prima pellegrino nella città di Roma, portato da suo padre, proprio per far si che ottenessero l'indulgenza e ricordando anche che non vi era limitazione, per tutti i giorni di quell'anno chiunque fosse arrivato avrebbe potuto lucrarne.”
Roma si riempiva sempre più di “forestieri” anche perchè ormai eravamo giunti al 17 gennaio e come consuetudine si voleva essere partecipi e presenti all'annuale processione del velo della Veronica, la reliquia della passione di Cristo, e in più si chiedeva a voce univoca che il Papa si pronunciasse definitivamente in merito alle richieste di quei giorni.
Il Papa era sicuro che non esisteva niente in merito, ma capiva anche che non poteva disilludere il popolo credente, allora con la massima teatralità, tipica degli allora Papi nel proclamare qualche spettacolare evento, Bonifacio VIII, affiancato da i due cardinali superiori, si affaccia alla loggia del Patriarcato e legge al popolo la bolla “Antiquorum habet fidem” con cui indice l'Anno Centesimo d'indulgenza, facendosi promotore della volontà del popolo. Indulgenza poi nominata plenaria, che viene concessa a quanti, confessati e pentiti dei loro peccati, fanno pellegrinaggio alle basiliche di San Pietro e di San Paolo per 30 giorni (se cittadini di Roma) o di 15 per i forensi e viene prescritta come uso di preghiera, di assistere all'esposizione della Veronica.
L'Anno Santo, anche se ancora non è così chiamato, è inventato che già da questo primo indetto porta nelle casse del Vaticano circa 50.000 fiorini, da sottolineare che in quel frangente il Papa, i pellegrini accorsi sono incalcolabili, e in più subentrano problematiche igieniche e il diffondersi di malattie è altissimo, al punto tale che lo stesso Papa, invece di andare incontro a questo popolo credente e di essergli vicino, si trasferisce nella sua bella e fresca dimora di Anagni onde evitare di poter essere contagiato. Tra i pellegrini celebri, i vips dell'epoca, si possono nominare il conte di Valois, fratello del re di Francia Filippo il Bello con la nobile compagna Caterina, nipote dell'imperatore bizantino Baldovino, il re d'Ungheria Carlo Martello e pure una rappresentanza dell'ambasciata dei Tartari Cassano.
Nella basilica di San Giovanni in Laterano, nella navata destra, circa a metà, si trova un affresco, attribuito al Giotto di Bondone, in cui è raffigurato Bonifacio VIII con i due cardinali che legge la suddetta bolla. L'intera bolla è incisa su una lapide murata, che oggi troviamo in alto a sinistra della Porta Santa della Basilica di San Pietro.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web: Attribuito a Giotto - Affresco del Giubileo di Bonifacio VIII in San Giovanni in Laterano a Roma.

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