domenica 2 febbraio 2020

COME UN'ODISSEA

Non era disperazione ma pura cecità, potrebbe essere il titolo di un romanzo, che forse arriverei anche a scrivere, sempre che riesca a trovare quei dannati occhiali, che immancabilmente ho perso e non trovo.
Allora prendiamo le cose con la calma, mi metto seduto, anzi adagiato sulla poltrona in pelle (finta che credete!) del colore nero (orribile ma diversamente non l'ho trovata, e poi era a basso costo, e questo era più importante) e cerco con la mente di fare un rewind delle ultime ore, nelle quali è intercorso il periodo del dormire, e proprio quello che forse mi ha fregato e mi turba nel pensare.
Riassumo le cose fatte precedentemente, così cerco di sezionare i miei gesti; alzato e come sempre ho dato un'occhiata al cellulare, che avevo in carica notturna, solo per controllare che non ci siano messaggi o chissà cosa, e questo posso farlo bene anche senza i marchingegni sul naso, soliti messaggi invasivi di promozioni, questi non hanno posa nemmeno la notte, poi...poi bagno, doccia come sveglia, colazione e un attimo al pc per dare il buongiorno o vedere chi te lo ha dato.....ed è in questo gesto che mi sono fregato, ovvero ho realizzato....dove sono gli occhiali?
Ieri sera non ho preso nessun libro da leggere per addormentarmi, sono sicuro perchè volevo vedere un film, che come sempre dopo dieci minuti, alle impossibili, snervanti e massacranti promozioni pubblicitarie, mi sono addormentato, per risvegliarmi legato ad un palo, mentre una turbe di indiani sioux, mi giravano intorno per il classico scanno....sognavo il film che era western e me lo ero immaginato.
Allora prima di andare a letto cosa ho fatto?....Inutile ricerca nella testa, comincio come zombi a girare per la casa, si alza la polvere, anche la più ostinata, per il movimento delle cose, per i mobili che sposto per capire se fossero caduti in qualche impossibile antro, vado in cucina e scruto come posso (sono senza occhiali mannaggia!) e scambio un coltello dal manico colorato per uno strano insetto che si riposa sul ripiano del lavello......vado nel tinello e inciampo nella sedia che qualcuno ( siamo in due in questa casa) deve avere lasciato in una zona errata, di traverso....e intanto ho anche il coraggio e la forza di pensare.....in bagno non credo di averceli posati, forse in sala, ma ieri non ci sono mai andato, che ci vado a fare in salotto, se non per aprire le finestre nel cambiare aria e ritornarci a chiuderle altrimenti entra freddo. Lo studio....devo cercare bene nello studio.
Odissea....mi sento Ulisse nel traversare il mare agitato, e dalle sirene che mi incantano dicendomi...."Vieni che abbiamo noi i tuoi occhiali" e invece sono soltanto la miriade di scatole di pennarelli, matite e altri colori che mi invogliano, ma Ulisse non si ferma e avanza e rema controcorrente, fino a trovare un lido, un qualcuno che lo salva, la mia Nausicaa è quell'astuccio arancione posato sul vetro del tavolo del computer,......contenitore dei miei fatidici occhiali.......scendo di corsa dalla nave, affannato comunque dall'emozione, e afferro l'involucro che al mio stringere di mani si affloscia come un polipo fuori d'acqua....è vuoto, Nausicaa mi ha fregato anche stavolta.
Sono disperato e il cucù nel corridoio cinguetta l'ora tarda, l'antica pendola gli risponde in tono molto più cupo, e io che non trovo gli occhiali e sono sempre più disperato e cieco.....cieco di rabbia, mi abbandono alla sorte.....dovrò comprarne un altro paio.......ma sono tenace nell'istinto e sono certo che non mi farò domare questa ricerca innata che mi assale.......cieco, irato, ma combattivo.....ancora ho da fare la guerra contro i Proci ....poi vi farò sapere.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

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