Mi immagino di essere un topolino, di quelli piccolini, grigi, che fanno tanta tenerezza e di abitare in una biblioteca, e in questo vivere quotidiano, mi pare di vedermi che roso un poco di cultura e di apprendimento, togliendo un pezzettino di antica carta, divenuta friabile dal passare del tempo, da ogni volume che mi capita a tiro, senza scelta naturalmente della materia di cui tratta, potrei ingoiare un pezzettino di cultura generale, magari il finale di una battaglia di Napoleone, oppure trovarmi sopra i baffi un pezzettino di piramide egiziana, potrei digerire anche la sorte di mille avventure ma sicuramente rimarrei incantato, se fra questo rosicchiare e ingoiare, mi trovassi in un qualche libro di favole e novelle.....beh sono piccino anche con la mente e gradirei leggermele tranquillamente. Fatto è che davvero, oggi, tra i mille tomi che ho scartato, mi è caduto sotto i denti questo libro intitolato “FAVOLE PER I RE D'OGGI” di Ercole Luigi Morselli, datato 1909 e edito da Vallecchi di Firenze......
E' un insieme di novelle, che si basano su temi ben distinti in capitoli, come Le tre virtù teologali, Le quattro virtù cardinali, Libertà Eguaglianza Fratellanza, Rinomate virtù ecc. ecc......e tra queste oggi vi voglio proporre così com'è scritta una favola sulla RICCHEZZA. Intanto voi leggete, ma fate presto, perchè di rosicchiarla io non resisto!!!!
Roberto Busembai (errebi)
LA RICCHEZZA
Ieri, per ammazzar la noia, ho preso una cicala e le ho raccontata la famosa favola che corre sul suo conto.
La cicala m'ha ascoltato fino all'ultimo, tacendo, poi m'ha detto:
La favola mi insegna quanto voialtri uomini bramiate la Ricchezza! Ma la verità si è che, per noi, altra Ricchezza al mondo non conosciano se non quella che ciascuna creatura nascendo riceve in dono dalla Natura. E la nostra immensa Ricchezza è il canto, e noi cantiano perdutamente: e non già per piacere a voi che ci calunniate, ma per piacere al Sole che ci ama! Strana fantasia la vostra! Noi bussare alla porta della esosa formica?!....e perchè mai? Forse per poter vivacchiare un'invernata?....Ma d'inverno il sole se ne va lontano e non ci udrebbe cantare: e allora è inutile per noi vivere! Forse per ricantare alla nuova Estate?....Ma non vedete che se noi moriamo, il canto non muore mai? N'abbiam seminate tutte le valli: e il sole ritornando sarà salutato da voci più fresche e più canore delle nostre! Come potrebbe dunque dolerci di morire?.......e come potremmo desiderare le miserevoli e sudate ricchezze che piacciono tanto alle formiche e a voi?
E ciò detto se ne volò.
( Ercole Luigi Morselli)
Immagine web
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