martedì 8 settembre 2020

MICHELANGELO BUONARROTI - CRISTO DI SANTO SPIRITO


Erano gli ultimi anni del secolo 1400, e la famiglia Medici, che fino allora aveva dominato e regnato in Firenze, dovette addirittura fuggire all'improvvisa e violenta rivoluzione di un frate di San Marco, il Savonarola, una rivoluzione religiosa che arrecherà al popolo una mistica rivalutazione del tutto, un sacrificio enorme a controbattere le facilonerie e lussi della allora Chiesa.

In questa “innovazione” vi si trova Michelangelo Buonarroti, che già prediletto di Lorenzo il Magnifico, si trova a dover trovare anche lui riparo e viene accolto benevolmente in Santo Spirito dai frati Agostiniani e il luogo è uno dei più appropriati per il Maestro in quanto si respira aria di umanesimo, di cambiamento, si pensi che è presso di loro che viene segretamente tenuto in custodia il Decamerone, opera di Boccaccio che era stata posta all'indice, ed è qui che troverà quella pace interiore e quella meravigliosa tranquillità di operare e pensare seguendo il ritmo devoto dei frati, le loro preghiere, il loro scorrere quotidiano.

Dopo circa un anno, Michelangelo troverà altri luoghi dove andare, ma prima di lasciare questo posto lascia in omaggio un'opera scultorea in legno di tiglio ( un legno considerato sacro), una delle sue prime opere, allora il Maestro non aveva che diciotto anni, e costruisce un magnifico Cristo in croce per l'altare maggiore della Chiesa.

Ma nel tempo, poi soprattutto dopo il concilio di Trento, dove moltissime chiese hanno avuto una notevole rivoluzione di struttura, il crocifisso viene perso o comunque non più riconoscibile e rintracciabile, ne sappiamo della sua esistenza solo perchè il Vasari ne fa nomina nelle sue “Vite”.

E' l'anno 1962, una studiosa, Magrit Lisner, si trova in Santo Spirito per una ricerca e un censimento dei Crocifissi toscani e nel corridoio nel convento che porta al Capitolo intravede un crocifisso ligneo, ridipinto, e ne intravede la preziosità. Farà allora intervenire le Belle Arti, il Crocifisso verrà ripulito, restaurato e riportato a nuovo per avere poi la definitiva scoperta che trattasi davvero del magnifico Cristo del Buonarroti. Dopo aver trascorso un periodo nel museo Buonarroti, nei primi anni del 2000 il Cristo ritorna in Santo Spirito dove trova sede nella Cappella Barbadori in sacrestia.

E' un'opera che a parere mio non ha eguali, è un Cristo particolare, eccelso, gentile, leggero, sacro e al tempo stesso umano, il giovane Michelangelo ha esposto in questa raffigurazione tutta la purezza e la religiosità, tutta la delicatezza e la sottigliezza delle membra ( si pensi che nel convento il Maestro ebbe modo di poter analizzare , su permesso dei frati, i corpi morti che venivano dal vicino Lazzaretto), ma soprattutto ha dato a questa opera il fiato e la reale passione e remissione del Gesù, un fiato e una remissione che noi che abbiamo la possibilità di poterlo ammirare ne sentiamo persino l'alito e il brivido. E' un'innovazione artistica, la postura del Cristo, ovvero la torsione del busto rispetto alle gambe che era assolutamente assente prima dell'Umanesimo, ed è di una perfezione anatomica che rabbrividisce l'animo a guardarlo tanto pare vero e reale. Una pecca artistica è la sproporzione della testa un poco ingrandita sul resto del corpo, ma è una sproporzione voluta, non affatto erronea, Michelangelo sapeva che il Crocifisso sarebbe stato posto a circa quattro metri di altezza e da chi lo avesse visto dal sotto, il tutto sarebbe rientrato in una armoniosa proporzione ottica che ne avrebbe esaltata la perfezione.

Il Cristo è nudo, ovvero Michelangelo stesso lo ha fatto nudo, già pensando che poi lo avrebbero ricoperto con un velo( e in effetti era avvenuto così ma il velo è andato perduto), ma lo ha voluto tale perchè era uomo e come uomo, e non come Cristo, era morto.

Una nota: Si pensa che il Maestro abbia utilizzato come modello un giovane nobile della famiglia Corsini, che morì proprio nel suddetto Lazzaretto.

Il Cristo è bello, un bello non effimero ma un bello che ha profondità nella religiosità di Sant'Agostino come dice egli stesso nel salmo 44 (Enarrationes in psalmos 44,3):

“…...è bello dunque in cielo, bello in terra, bello nelle braccia dei genitori, bello nei miracoli, bello nei supplizi; bello nell'invitare alla vita, bello nel non curarsi della morte, bello nell'abbandonare la vita e bello nel riprenderla; bello nella croce, bello nel sepolcro, bello nel cielo.”


Roberto Busembai (errebi)


Immagine web: Michelangelo Buonarroti – Cristo di Santo Spirito

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