E' l'anno di Raffaello, un anno che pare gli sia quasi a pennello per le traversie che ci ha incorso, quasi a rimembrarci le scorribande, le “scappatelle” e combutte che il Maestro era spesso artefice e che furono poi una tra le tante cause della sua giovane scomparsa. Ma di Raffaello rimangono opere e magnificenze talmente spettacolari, così gentili e delicate, talune possenti e forti, ma tutte dovute con un'assoluta signorilità che non paiono affatto derivate dal quel contrastato uomo che dice che fosse, tanto da lamentarsene persino il Vasari.
L'opera di oggi è una delle prime opere giovanili, che di sicuro non sappiamo ancora se attribuirla al periodo umbro, quando ancora era allievo del grande Perugino, o del suo primo trasferimento a Firenze, comunque sia questa opera pare ricalcare lo stile del maestro umbro, ma la maestria dell'allievo lo supera già con le prime pennellate.
La madonna del libro o Conestabile, è un piccolo dipinto, tondo, su tavola, poi alla fine dell'ottocento fu traferito in tela, di cui Raffaello ha progettato pure la cornice che lo adorna. Un piccolissimo quadro dove la figura delicata e materna della Madonna pare trovi adattamento proprio alla curvatura della tavola, nel suo leggero chinare di testa guardando il bambino che tiene in braccio, porgendogli cautamente un libro. E' un emblematico gesto che ci riporta alla periodo della passione e del sacrificio del Cristo, già profetizzati nelle Sacre Scritture, gli stessi colori della veste di Maria, accesi e ben definiti, parlano da soli, il rosso a ricordare lo strazio della passione e il mantello blu con riferimento alla Chiesa universale. E' già un'opera che denota la caratteristica essenziale di Raffaello l'armonia, un armonia caratterizzata dai forti colori e dai gentili e delicati tratti su uno sfondo di colori freddi, di un paesaggio tipicamente tosco – umbro dove spiccano alcuni alberelli di diversa lunghezza, a determinare lo spazio e la lontananza, un piccolo laghetto e quelle montagne innevate sotto un cielo leggermente azzurro da incutere timore che possa, il tutto, disfarsi al solo guardare. Maria è rappresentata nella pienezza della sua gioventù e con una fisionomia da farla apparire bellissima, come giovane e bello è il mondo che la circonda.
Quando la tavola fu trasferita in tela, Raffaello ci ha tramandato un ulteriore messaggio, infatti risulta nel disegno iniziale, che al posto del libro, vi fosse disegnato un melograno, simbolo caratteristico dell'arte cristiana della resurrezione.
La cornice che contiene la tavola – tela fu realizzata in conformità ai disegni proprio di Raffaello, ornamenti grotteschi tipici del periodo, ma che rientrano con spessore nel cosiddetto sviluppo armonico che solo il Maestro ha saputo sempre trarre dai suoi dipinti.
L'opera purtroppo non ci appartiene più, la storia ci dice che inizialmente l'opera facesse parte dei possedimenti della famiglia Alfano di Diamante, un erudito banchiere discendente dalla celebre famiglia Severi di Sassoferrato, che ebbe a intrecciare rapporti d'interesse con Papa Alessandro IV, tale poi da portarlo ad ottenere l'incarico di vicetesoriere nella tesoreria pontificia di Perugia fino a divenirne poi Tesoriere della Camera apostolica d'Umbria. E fu proprio per questi prestigi che la tela entrò in suo possesso fino ad arrivare al XIX secolo nelle mani dei conti Conestabile di Perugia, che collocarono l'opera nel loro palazzo. Ma alla fine dell'ottocento l'unico erede, il conte Scipione Conestabile, dovette mettere in vendita il dipinto, che nonostante si desse da fare perchè rimanesse in Italia, data l'esosa richiesta non possibile all'allora “nuovo” Regno d'Italia, fu acquistato dalla moglie di Alessandro II di Russia e dove tutt'ora si trova, a Pietroburgo, nel maestoso museo dell'Hermitage.
Roberto Busembai (errebi)
Immagini web: Raffaello Sanzio – La madonna Conestabile o del libro.
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