martedì 24 novembre 2020

HUGO VAN DER GOES - TRITTICO PORTINARI


Manca più di un mese esatto al prossimo Natale, un Natale che certo ricorderemo per la parsimonia di eventi e partecipazioni, di addobbi e luci a sfavillare, un Natale che certo e purtroppo ricorderemo per la tragicità che da quasi un anno siamo tutti quanti colpiti e abbattuti, e comunque lo spirito di questa festa non è soltanto basata sull'esteriorità delle belle cose e dei divertimenti, ma l senso principale è l'amore e la pace, due parole che proprio per le cose suddette oggi sono ancor più marcate, e pace e amore tra popoli oggi deve essere la chiave per un futuro diverso e migliore.

Ma ritorniamo al proposito che avevo in mente, manca più di un mese al prossimo Natale e allora per questa pagina dedicata all'arte, da oggi illustrerò alcune famose Natività dei più illustri Maestri di pittura del passato, e inizio con un'opera fiamminga di Hugo van der Goes, un trittico visibile al museo Uffizi di Firenze e inizio con questo per un preciso motivo, perchè è stato uno dei più copiati e amati dai Maestri rinascimentali fiorentini, dal quale ognuno, se non proprio tutti, hanno trovato materia nuova e spunto per le loro poi successive opere, persino Leonardo da Vinci e il Ghirlandaio sono riconoscibili in questa opera.

Una fresca mattinata del 1483 i fiorentini furono svegliati da una notizia che li portò tutti a correre per le strade, un'opera pittorica maestosa era portata a mano da sedici uomini e si dirigevano verso la chiesa di Sant'Egidio nell'Ospedale di Santa Maria Nuova. Ma la notizia era ancora più succosa in quanto il committente dell'opera era stato il Portinari Tommaso, quel banchiere dei Medici allora capo di una filiale belga a Bruges, quel Portinari discendente del più famoso Folco, fondatore proprio dell'ospedale suddetto nel 1285 e padre di quella Beatrice che il divino Dante aveva tanto immortalato.

A dir del vero, quella maestosa opera (cm 235x141 i pannelli laterali e cm 253x304 il pannello centrale) una volta che fu appesa e mostrata, ai fiorentini non piacque affatto, abituati alle gentili forme del Botticelli, videro quelle figure dei santi e sacra famiglia “piuttosto bruttine”.

Ma la bellezza di questa opera ardimentosa, al di la delle figure e della prospettiva, era soprattutto nell'uso stupefacente dell'olio che i fiamminghi erano talmente abili da far rimanere a bocca aperta gli addetti ai lavori, olii che loro mescolavano con i minerali e sapevano così offrire una luminosità unica e particolare.



Il pannello centrale rappresenta l'Adorazione del Bambino con intorno i tradizionali personaggi, una Madonna inginocchiata e un San Giuseppe con le mani giunte ammantato da una veste completamente rossa, il Bambino, contrariamente a come i fiorentini erano abituati a vederlo nella culla o sul fieno, posato sulla nuda terra simboleggiando così il mondo che Lui salverà, tutto intorno angeli e pastori di un realismo da brividi, notare le loro umili vesti, i volti segnati dagli stenti e dalla fatica.

Vi sono poi numerose cose che hanno un valore simbolico importante, ad esempio in primo piano si notano un covone di frumento e due vasi di fiori, il covone simboleggia l'Eucarestia (il pane spezzato dal Cristo nell'Ultima Cena), i gigli rossi simboleggiano il sangue versato per la salvezza dell'umanità, gli iris bianchi la purezza e quelli purpurei i sette dolori di Maria mentre i garofani la Trinità e infine l'aquilegia, che è il fiore della malinconia, alludono alla sofferenza del Cristo sulla croce.



Nei pannelli laterali, che non sono altro che una continuazione del centrale, basti osservare il continuare dello sfondo, rappresentano sulla sinistra il committente Tommaso Portinari con i suoi due figli maschi Antonio e Pigello e dietro di loro ( figure che appaiono più grandi solo perchè gerarchicamente più importanti) i santi protettori, San Tommaso con la lancia e Sant'Antonio abate con la campana, per Pigello non vi era il santo che portasse il suo nome.




Sul pannello di destra viene raffigurata la moglie del Portinari, Maria di Francesco Baroncelli con la figlia Margherita con le rispettive sante Maria Maddalena con il vaso degli unguenti e Santa Margherita con il libro e il drago.


Roberto Busembai (errebi)


Immagini web: Hugo van der Goes – Trittico Portinari e dettagli ( Museo degli Uffizi di Firenze)

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