La maschera di Meo Patacca è Trasteverina, è spiritosa e insolente, guai a contraddirla e per farsi intendere e approvare usa spesso e volentieri il bastone. Prima picchia e mena e poi si spiega. Parla il dialetto assolutamente romano e spesso ripete, della frase pronunciata, la parola che appare più energica, come io vo', tronca tutte le parole , come sapere in sape o fare in fa. Trastevere ha due personaggi che si rassomigliano e che sono fedeli compagni tra di loro, Meo Patacca e Marco Peppe, tanto e spesso da confonderli.
Giuseppe Berneri nel 1685 di questo personaggio ne scrisse addirittura un poema in dialetto romanesco formato da 12 canti rivalorizzato e fatto conoscere poi nel 1823 da Bartolomeo Pinelli.
Il costume è quello classico di sempre, i capelli raccolti in una retina, collo scoperto, un cinturone dove tenere saldo un pugnale, a volte sostituito da una spada di legno, calzoni aperti alle gambe e scarpe con fibbie d'acciaio.
Roberto Busembai (errebi)
Disegno ERREBI
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