A dimostrazione che i tempi e i fatti non sono poi unici nel loro insieme e che niente è da sorprendere e niente è particolare, basta sfogliare le pagine della storia dei tempi passati e evidenziarle anche con l'unica forma, la pittura, che allora era possibile (come oggi i mass media) per diffondere e far conoscere i fatti e soprattutto le persone che contavano.
Questa emblematica tavola dipinta a tempera dal definitivamente accertato Pedro Berruguete ( in principio la critica l' aveva attribuita a Melozzo di Forlì e a giusto di Gand), un maestro pittore spagnolo che trovò sede e considerazione presso l'allora Stato di Urbino , sottolinea e rimarca a pieno titolo il potere del Duca Federico di Montefeltro ( duca appunto di Urbino) e aspira con fermezza la possibile discendenza ,con il duplice ritratto, con il figlio dall'apparente età di circa quattro o cinque anni, se si prende in esame la datazione dell'opera intorno al 1476-1477.
Il dipinto subì l'asportazione dal Palazzo Ducale dove era originario da parte del Cardinale Barberini in seguito all'erogazione del Ducato allo Stato Pontificio, ma ebbe ritorno nella sede originaria, e dove ancora si può ammirare, intorno al 1934 per merito dell'acquisto dello Stato.
Federico di Montefeltro divenne signore di Urbino nel 1944 e con le ricchezze accumulate nell'esercizio delle guerre fece di Urbino una sede invidiabile, dedicandosi alla costruzione di grandi lavori che ebbero la realizzazione grazie ai numerosi e grandi artisti che il Duca volle alla sua corte ( il pittore Piero della Francesca e l'architetto Francesco di Giorgio Martini, tanto per citarne alcuni). Certo non tutto splendeva, basti pensare che la sua ascesa iniziò con una congiura di palazzo in quanto per ottenere la successione, Federico stesso organizzò che il fratello maggiore venisse assassinato. Non sto a dilungarmi sulle vicende più o meno importanti di questo grande nobile, ma dobbiamo pur sottolineare la congiura de' Pazzi a Firenze, contro i Medici, che fu certamente appoggiata dal Duca ma che non fu mai menzionato da Lorenzo de Medici, pur sapendolo da confessione, solo per motivi personali e per tornaconto in seguito, questo tanto per far capire come girava e gira il mondo.
Il Duca, nel dipinto, è rappresentato seduto su una specie di trono mentre è assorto alla lettura di un enorme manoscritto che appoggia su uno scaffale ligneo, sul quale è ben evidente il copricapo della mitra ingioiellata donatagli dal sultano di Persia. Federico indossa la tipica armatura da combattimento con sopra un vistoso mantello di broccato rosso con decori in oro e al collo una pelliccia di Ermellino che insieme alla giarrettiera che è ben evidente sulla sua gamba sinistra, marcano le rispettive onorificenze ottenute nel 1474. A completamento dell'armatura sono rappresentati pure la spada al fianco, la mazza e l'elmo in terra. Tutto è voluto e dovuto a rappresentare la sua grande e potente importanza, persino la prospettiva, dal basso in alto, è valsa a darne ancora di più la sua magnificenza. Il figlio Guidubaldo è appoggiato al padre e è rivestito con un ricco abito e con due ametiste sul petto e sulla fronte che rimandano simbolicamente ad allusioni zodiacali, ha in mano lo scettro del comando con impressa la dicitura “Pontifex” a premonizione di una possibile e futura investitura ecclesiastica.
Il quadro nel suo insieme, con tutte le simbologie rappresentate, vuole appunto rappresentare i vari aspetti del potente uomo, la decisa e marcata importanza che esso aveva, l'uomo che possedeva il potere dell'intelletto voluto e protetto dal potere militare con la certa e sicura continuità della stirpe.
Un quadro potente per il suo messaggio del tempo, ma se vogliamo anche molto attuale.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web: Pedro Berreguete – Federico da Montefeltro con il figlio Guidubaldo ( Palazzo Ducale - Urbino)
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