Per continuare il progetto, chiamiamolo natalizio, anche oggi propongo un'opera d'arte sul tema della natività, e lo faccio con una ( a parere personale) delle più belle rappresentazioni sull'adorazione dei pastori, dal Ghirlandaio la sua Adorazione dei Pastori.
Devo purtroppo aprire una dolente parentesi, questa magnifica opera, che ha avuto la fortuna di non essere mai spostata dal luogo dove fu posta al suo compimento, è tuttavia soggetta a dover essere “nascosta” in una buia cappella e vista “velocemente” lampeggiandola, credo che sia il termine più adatto, a pagamento, facendo si che chi ha motivo di ammirarla si senta addosso la “furia” e la sorpresa dello spengersi dell'incanto. Verrebbe quasi la voglia di dire, forse hanno più prestigio e importanza le opere nei musei , mentre le altre, che magari alcune superano per valore artistico, non meritano tale importanza. Credo , e termino la parentesi, che l'Italia è uno dei pochissimi paesi ad avere la fortuna di possedere tante mai sublimi opere artistiche che forse non ne da il giusto valore e non ne tiene in assoluto decoro e apprezzamento.
Il Ghirlandaio dipinse quest'opera nel 1485 come del resto è attestato in caratteri romani nel dipinto stesso , impresso sopra uno dei capitelli delle colonne che sorreggono la capanna, su commissione del banchiere fiorentino, alle dipendenze medicee, Francesco Sassetti, che incaricò appunto il Ghirlandaio di affrescare la cappella di famiglia nella chiesa di Santa Trinità in Firenze e dove tutt'ora, come suddetto, si trova.
E' un'opera pittorica in forma quadrata, dove trovano rilievo molti elementi iconografici e dove si notano le influenze fiamminghe, soprattutto di quella famosa adorazione , che abbiamo già presentato, del Trittico Portinari di Hugo van der Goes che arrivò a Firenze in quel periodo, ed ecco appunto l'adorazione dei pastori al centro del quadro e anche lo stesso paesaggio ha caratteri fiamminghi. Le due città sullo sfondo sono identificate come Gerusalemme sulla destra e Roma al centro mentre la scena centrale si espande sotto una capanna sorretta da due colonne corinzie e la mangiatoia da un sarcofago romano dove è inscritta in latino una profezia di Fulvio e che tradotta dice. “ Mentre Fulvio, profeta di Pompeo, cadeva sotto i colpi di spada a Gerusalemme, disse – L'urna che mi contiene farà nascere un dio”., e questa non è altro che una chiara allusione alla nascita del Gesù.
Maria in ginocchio si prostra devota al Bambino posato su un lembo del suo bellissimo mantello mentre Giuseppe è distratto dall'imminente corteo che osserva in lontananza, il bue e l'asino (simboli dei pagani e degli ebrei) che si avvicinano alla mangiatoia – sarcofago di cui abbiamo già parlato. E' un'iconografica scena della natività, ma il Ghirlandaio ha saputo esporla con la sua particolare eleganza e sottigliezza di particolari d'arricchirne il tutto, da renderlo non pesante ma soave, ricco di amore e speranza, Non mancano i simboli, come la sella dietro la Madonna che indicano il viaggio della coppia come i sassi in basso tra il Bambino e il pastore che sono un riferimento al committente “Sassetti”, e la passione e resurrezione simboleggiati dal piccolo cardellino al limite in basso, al centro vicino a Gesù.
Una nota, anzi due: Il pastore quasi inginocchiato che indica il bambino pare che sia l'autoritratto del Ghirlandaio, la cornice che attornia l'opera pittorica ha in alto una scritta latina che tradotta significa “Maria adorava colui che aveva generato ( Ipsum quem genuit adoravit Maria)”.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web: Domenico Ghirlandaio – Adorazione dei Pastori ( Santa Trinità in Firenze)
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