Ci sono stati artisti che ritrovavano nella loro contemporaneità la capacità d'espressione, il massimo della loro manualità e percezione artistica, parlo dei vari Maestri pittori appunto del Rinascimento, che ci hanno donato opere assolutamente ineguagliabili e impensabili, ma c'è un'opera che potremmo definire addirittura eccelsa e innovativa, anzi proprio di anticipazione a quello che sarebbe venuto dopo, ed è questo “Cristo morto con quattro angeli” di Giovanni Bellini, una tela del 1475 commissionatagli dal Raineiro di Ludovico Migliorati, consigliere di Pandolfo IV Malatesta in Rimini. Se pensiamo che Botticelli non aveva ancora dipinto la Venere o la Primavera, che il grande Leonardo era ancora a gli ordini del Verrocchio, che Raffaello non era ancora nato e Michelangelo addirittura nasceva in quel periodo, guardando questa meravigliosa opera non possiamo che meravigliarci e riscontrare ogni forma tipica del successivo e grande Rinascimento pittorico. E' una rappresentazione che supera ogni canone del periodo, il Cristo in forma di “pietas” non veniva rappresentato a mezzo busto, in tale forma era più consono il classico “Ecce Homo” dove a mezzo busto il Cristo veniva raffigurato con la corona di spine al posto di una corona d'oro, con una canna al posto dello scettro e ammantato da un manto rosso a sottolineare il potere.
L'immagine ci porta invece un Cristo un attimo prima di essere deposto e adagiato nella sua tomba, un Cristo uomo ormai senza nessuna proprietà divina che lo possa aiutare, un Cristo che non fa certo presagire la Sua resurrezione, un corpo assolutamente morto e abbandonato, dove quattro angeli, gli unici elementi divini, che lo sorreggono e si danno da fare per ricomporlo in giusta maniera da essere poi deposto amorevolmente addirittura un angelo dietro alle sue spalle, che è intento a torcere il busto perchè possa entrare nel sepolcro con la rispettosa cautela. Gli altri angeli non sono disperati ma nel loro quasi distaccato atteggiamento c'è tanta rassegnazione e comprensione del fatto avvenuto.
Guardandolo oggi questo quadro ha una forza ancora maggiore, ci da un esiguo istinto di rammarico e di dolore, stiamo trascorrendo un periodo particolare e difficile, tutto il mondo ne è purtroppo partecipe e succube, e potremmo allora definirci proprio in questo Cristo, assolutamente morto senza alcuna speranza, ma ci sono quattro angeli, ci sono entità che non conosciamo, misteriose, lontane, che non percepiamo, che ci stanno sostenendo e ci aiutano nel dolore a comprendere e ad avere la giusta rassegnazione con la speranza, che solo loro sanno, possa tutto cambiare.
Un angelo guarda la ferita sulla mano quasi con la consapevolezza che non poteva essere diversamente, un altro stringe tra le dita un chiodo con la coscienza del dolore causato, e quel Cristo dal volto rassegnato e lontano, quel corpo quasi leggero, quel disegno morbido, quei colori accentuati che potrebbe far pensare a una conoscenza dell'arte fiamminga, e la minuziosità di alcuni particolari grafici che fanno anche pensare ci sia stata la collaborazione del suo cognato , Mantegna.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web: Giovanni Bellini – Cristo morto con quattro angeli
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