martedì 28 luglio 2020

FILIPPINO LIPPI - MADONNA CON BAMBINO E SAN GIOVANNINO FRA SAN MARTINO VESCOVO, SANTA CATERINA D'ALESSANDRIA E COMMITTENTI ovvero PALA NERLI

Come ben sapete, almeno coloro che mi seguono in queste piccole e semplici nozioni d'arte, mi trovo spesso a visitare Firenze, innanzitutto per la vicinanza alla mia città e poi per legami familiari, e in queste visite non manco mai di cercare di approfondire la mia umile conoscenza artistica pittorica , e stamani vi voglio portare in una delle più belle e interessanti chiese che Firenze possegga, la Basilica di Santo Spirito, nell'omonimo borgo, oltr'Arno come direbbero i fiorentini.
Un giorno dovrò esporre la magnificenza di questa bellissima chiesa, che lo stesso Leonardo ne amava fare studi, Michelangelo la adorava e il Bernini la dichiarava la chiesa più bella del mondo, ma oggi voglio attenermi al solo tema della pittura, e in questa basilica non mancano le opere di grande prestigio, girare tra le innumerevoli cappelle ognuna con un'apposita opera pittorica voluta dai proprietari delle cappelle stesse e commissionate ai più importanti e noti pittori del periodo in cui furono fatte tali richieste, è come attraversare uno dei corridoi più lunghi e sontuosi di un importante museo che potrebbe essere gli Uffizi o il Louvre. E' difficile anche potersi non soffermare e ammirare, perdersi in queste magnificenze e accorgersi che poi sei rimasto in quello stupendo complesso, che è Santo Spirito, per un cospicuo periodo di tempo, tanto da meravigliartene. L'opera di cui oggi voglio parlarvi è di Filippino Lippi, figlio del non meno famoso e importante, padre Filippo Lippi, ed è un'opera che gli fu commissionata dalla famiglia Nerli, e infatti è collocata nella omonima cappella, nell'anno della morte di Tanai (Jacopo) Nerli.
Raffigura la Madonna con il Bambino e San Giovannino fra San Martino Vescovo, Santa Caterina d'Alessandria e i due committenti.
La maestosa pala, inserita in una splendente e sontuosa cornice, è datata intorno al 1494, 1498, anno appunto della morte del Tanai e rappresenta appunto un episodio, uno dei più importanti, della vita del Nerli.
In data 5 novembre del 1494 Tanai Nerli fu inviato, insieme ad altri quattro ambasciatori fiorentini, a trattare la pace con Carlo VIII di Francia, il governo fiorentino tentava un'ultima ma importante mossa per porre fine alla lunga e penosa invasione. Nella pittura, sullo sfondo dietro le figure in primo piano della Madonna e i Santi, notiamo appunto l'accurata rappresentazione di una strada cittadina con in primo piano il Palazzo Nerli, sito nel borgo di San Jacopo, e il Nerli stesso sulla soglia di casa in vesti sontuose d'ambasciatore, accompagnato da un servo armato e con un cavallo ben bardato, che ritornato dall'impresa, saluta la moglie e il figlio. In lontananza si nota la porta di San Frediano dalla quale il Tanai si presume dovette passare al ritorno da Pisa, dove aveva incontrato il Re.
La rappresentazione dei Santi è dovuta per carattere sempre iconografico, infatti il Tanai entrò in Firenze 11 novembre del 1494 e cioè per la festa di San Martino, che era vescovo di Tours e patrono della Francia, mentre l'accordo di pace con Carlo VIII fu firmato sempre nello stesso anno ma il 25 novembre, giorno dedicato a Santa Caterina d'Alessandria, coincidenze che nella pala trovano conferma con l'immagine e la rappresentazione del piccolo Giovannino.
Santa Caterina d'Alessandria accompagna e presenta al cospetto della Madonna, la moglie del Nerli, Nanna Nerli figlia di Gino Capponi e zia dell'ancor più noto Pier Capponi per il monito che seppe rispondere alle iniziali pretese del re Carlo entrato a Firenze: “ Voi suonerete le vostre trombe, e noi suoneremo le nostre campane”.
La pala ha un'accesa tonalità di colori e una brillantezza di luce propria che risalta sul loco dove è affissa, che già da lontano se ne percepisce la presenza, basti pensare che comunque è tornata da pochi anni da un lungo e accurato restauro che ha portato alla luce anche nuovi dettagli che precedentemente non erano più visibili, come la luminosità del paesaggio fiorentino e la lucentezza delle vesti del Tanai.
Una nota: gli angioletti in alto, ai lati degli archi centrali, tengono in evidenza gli stemmi della famiglia Nerli

Roberto Busembai (errebi)

Immagine web

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