Quando il silenzio invade questa stanza vuota, mi sento decisamente persa nel vuoto del momento, come una meteora che non trova la sua orbita e vaga come pazza tra le stelle e i pianeti. E nel silenzio odo pure il movimento lieve che il sole incespica tra le tende e le persiane, un raggio che traluce solo per il suo potere di ergersi nel tutto ma conscio, sono sicura, di non scaldare come dovrebbe anche se la stagione non lo vorrebbe più a sognare. E nel silenzio, che non mi spaventa affatto, ma mi tormenta dentro il pensiero e vago e non ho freno, perchè non riesco a capacitarmi della nullità dei tempi e delle stagioni, degli anni e dei passati che tristemente orami pare non servano più a niente. Quando ero ragazzina, mi verrebbe da dire secoli fa tanto le cose sono cambiate così rapidamente e quantitativamente, avevo la percezione esatta di quello che la mia esistenza, quella di tutti insieme, avesse su questa terra, avevo la sicura certezza che l'uomo in genere avesse nonostante tutto e tutti, nonostante l'enorme animalità incisiva, nonostante la forza d'istinto, un animo e un'intelligenza tali da poterlo fare ragionare e emozionare. In questi giorni, che non importa sottolineare, ma che tutti andiamo a riscontrare, ritengo che il San Francesco che pure la chiesa stessa tende ad osannare, non è altro che un'icona da guardare come una moda ormai sorpassata, è come uno “smile” che fa bene averlo sul telefonino oggi che ricorre il suo giorno, ma del valore del suo fare e del suo magistrale dire e agire non resta che uno stupido bisogno di sentirselo solo nominare ma difficile da intendere e assorbire, capire e emulare.
Un grande e buono santo padre, Giovanni XXIII nel suo breviario riportava queste parole in riguardo alla commemorazione di San Francesco, parole che oggi sembrano davvero straniere e lontane ma che avrebbero invece più incisività di allora, e se non altro anche allora (primi anni 60) incidevano su un mondo traballante e avido di violenza e ricchezza materiale:
“ ...molti sognano o desiderano la ricchezza materiale, il denaro, e San Francesco insegna a tutti, di ogni condizione, a combattere contro la – concupiscenza degli occhi – che è grande inganno, una grande vanità.....” e termina “.....Se vogliamo trovare anche sulla terra un poco di gioia interiore bisogna seguire l'esempio di San Francesco, che compì miracoli pur di aiutare gli affamati.”
E allora, in questo silenzio del tutto e del vecchio, è così difficile vedere che la nostra esistenza non è altro che un passaggio e che basterebbe soltanto un sentimento insito e nascosto, seppellito e camuffato dentro un possibile cuore, un sentimento che si chiama amore e che nessuno ormai ne conosce il senso e il valore.....è soltanto un cuoricino apposto come riconoscimento a un messaggio sms o un post su un qualsiasi “social” che di “socializzare” non ha proprio niente.
Zia Molly
Immagine web
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