Un'antica famiglia, in riposo da un lungo viaggio, si diletta a divertire e accudire il loro bambino prossimo a camminare, sostenendolo fisicamente (la madre) e moralmente con lo sguardo (dal padre putativo) mentre cavalca un nobile e bianco agnello, un divertimento unico per un bambino.
E' questa scena comune, tra i mortali, che il grande maestro Raffaello ci propina un'altra spettacolare opera a carattere religioso, una Sacra Famiglia, diversa dall'iconiche e rigorose sembianze e rappresentazioni imposte dal trecento in poi, è un movimento di corpi e di situazioni che Raffaello, noto dei precedenti di Leonardo, si diverte a cambiare, a rinnovare e lo fa con la sua tipica delicatezza di colori e di capacità espressiva dei soggetti tale da intenerire e commuovere tanto riesce a rendere vicini e “umani” i personaggi sacri rappresentati.
La Sacra Famiglia dell'agnello, è un'opera su tavola che si presume sia stata eseguita nel periodo che il Maestro era a Firenze, tra il 1504 e il 1508, e purtroppo non se ne conosce ne il committente e nemmeno dove fosse destinata, forse per un altare o per una privata collezione basata su fondo cristiano e devoto. Si ritrova nel '700 a Roma e poi non si sa per quale vie, è giunta all'Escorial e poi , dove tutt'ora è in mostra, al museo del Prado a Madrid.
La Sacra Famiglia viene qui colta in un momento di svago, dove il bambino sotto la protezione dei genitori, si diverte a cavalcare un agnello, e lo fa non perdendo di vista coloro che lo amano, è una pura scena domestica dove però non mancano i segni identificatori del destino e dell'importanza delle figure. L'agnello, quella creatura pura e candida, colui che viene offerto in sacrificio dagli ebrei durante il periodo della Pasqua, non può che rammentare il sacrificio di Gesù, che Giovanni nominò Agnello di Dio, colui che porterà su di se i peccati del mondo e si sacrificherà sull'altare.
La collana di corallo che il bambino ha intorno al collo, oltre all'usanza del popolo di allora che veniva considerata come amuleto in grado di curare ogni malattia dei bambini, è qui allusiva del sangue del sacrificio eucaristico.
A decoro di tutto un classico sfondo, quasi Leonardesco, ma diverso per la sua emanazione di purezza, per la calma rappresentata, per quel senso di pace e delicatezza che soltanto Raffaello sapeva esprimere, e quei colori così bene miscelati delle vesti e quelli sguardi che parlano da soli, quello scambio tra i genitori e il bambino è pieno di parole, un'altra raffinata opera del grande Raffaello.
Una NOTA: Sull'orlo dorato dello scollo dell'abito della Vergine si legge: “RAPHAEL URBINAS MDVII” la firma del Maestro e la datazione.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web: Raffaello Sanzio – Sacra famiglia dell'agnello.
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