“ Sonam, figlio mio carissimo , io ormai sono prossimo alle soglie della mia uscita da questo paradiso terrestre, e prima che io possa abbandonarti voglio che tu diventa possessore di tutto l'oro che posseggo. Questo dono voglio che tu lo custodisca con cura e intelligenza e mi raccomando di non fidarti mai di nessuno, neppure di tua moglie, quando ne avrai una”
Con queste parole il buon padre sperava di poter avere impartito una giusta lezione al figlio, perchè con questa potesse affrontare, da ora in poi, le insidie del mondo.
Un giorno Sonam dovette partire per un lungo pellegrinaggio in un lontanissimo monastero, e chiaramente non poteva certo portarsi dietro tutto quell'oro e al tempo stesso non poteva certo affidarlo a qualcuno, quando invece pensò di poterlo lasciare tranquillamente al suo grande amico Tamchu, che viveva vicino a casa sua con la moglie e due figli. Di Tamchu poteva fidarsi ciecamente, erano cresciuti insieme e insieme avevano sempre affrontato ogni difficoltà o anche felicità.
Infatti prima di partire si recò a casa dell'amico con due borse cariche d'oro e gli chiese se poteva custodirle nella sua assenza.
L'amico accettò ben volentieri quel compito e rassicurò pure Sonam che vivesse tranquillo il suo pellegrinaggio che al suo ritorno avrebbe ritrovato le sue due valige come le aveva lasciate.
Passò un anno intero, poi Sonam ritornò al paese e subito si recò dal suo amico a ritirare l'oro, ma l'amico gli corse incontro costernato e dispiaciuto dicendogli:
“ Amico mio carissimo, la sfortuna si è accanita contro di noi e durante la tua assenza l'oro si è trasformato in sabbia!”
Sonam rimase un poco stupito da quella strana notizia ma poi si riebbe e anzi, come se non fosse successo nulla, disse al suo amico di rallegrarsi, in fondo era sicuro che lui aveva fatto del suo meglio per custodire le due borse e per festeggiare il suo ritorno pasteggiarono felicemente insieme.
Dopo il pranzo, Sonam fece una proposta all'amico:
“ Sai bene Tamchu, quanto io desideri avere una famiglia e dei figli, ma al momento non ho ancora trovato la mia anima gemella, perciò mi piacerebbe potermi prendere cura dei tuoi figli per qualche mese, stai certo che li farò mangiare e li rivestirò come grandi signori. Staremo bene tutti e tre nella mia casa!”
Tamchu fu entusiasta dell'idea e dentro di se pensava:
“ Sonam è una persona davvero di cuore, ha perso l'oro per causa mia e lui invece di avere rimorso nei miei confronti, desidera prendersi cura dei miei figli”.
Sonam portò allora a casa sua i due ragazzini e come aveva detto non gli fece mai mancare nulla, però nel frattempo comprò anche due piccole scimmiette di diversa età e le ammaestrò perchè rispondessero e facessero festa quando le chiamava, una Tendzin e l'altra Thupten, che erano poi li stessi nomi dei due ragazzini del suo amico.
Passati due mesi e più, Tamchu venne a riprendersi i figli ma trovò Sonam triste e sconsolato.
“ Oh carissimo amico Tamchu”, disse Sonam “ la sfortuna stavolta si è accanita con noi nuovamente,
e i tuoi carissimi e dolci ragazzi li ha trasformati in scimmie!”
Tamchù stravolto, non credendo a quella “novella” chiamò i suoi figli e infatti due scimmiette gli corsero incontro facendogli feste e prendendolo pure per mano. Era disperato.
“ Oh Sonam, ma come potremmo fare a far ritornare i ragazzi nelle loro sembianze?”
L'amico rifletté un poco e poi, tristemente disse:
“ Ci sarebbe una maniera, ma solo se avessimo dell'oro, e pensare che se n'avessi ancora ti avrei potuto aiutare, ma ci vorrebbe tanto, tanto oro.”
“ Ma quanto oro? Dimmelo!”
“ Beh penso che almeno due borse piene”.
“ Mah allora me le procurerò io, subito in un attimo” e corse via.
Dopo poco ritornò con le due borse piene d'oro e le consegnò a Sonam, che appena prese disse a Tamchu di aspettarlo, salì le scale con le due scimmiette, salendo nei piani superiori della sua grande casa, per poi ridiscenderne quasi subito con i due ragazzi, mano nella mano.
Tamchu riabbracciò i suoi figli, e al contempo si sentì profondamente imbarazzato nei confronti dell'amico, aveva capito il messaggio.
Ma il frutto dell'amicizia matura proprio in queste situazioni e i due si guardarono in faccia e....scoppiarono in una bella risata.
Mia libera interpretazione di una fiaba Tibetana
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web: Disegno by Nurroward
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