Ora vi dico, se foste vicini ad una città che di opere d'arte eccelle e che, pur visitandola tra le numerosissime volte, non finireste mai di meravigliarvi e di scoprire cose nuove, appunto vi dico e vi domando da dove incomincereste a esporre da tanta cosa che vi viene incontro e da tanta sublimazione, da risentirne un filo di pazzia come Van Gogh ne era diventato per i colori immensi che la natura offriva, o come un Beethoven che pur sordo impazziva per una musica e un suono sempre diverso e sempre maggiore?
Ebbene ero partito per parlare di un'opera in particolare, ma quando si entra in una delle tante chiese di Firenze, non sai mai a quale opera avvicinarti per non far si che un'altra subito appresso, ne risenta del tuo momentaneo disinteresse.
Ebbene oggi perciò vi annoto di una chiesa intera nel centro di Firenze che non ha eguali, la Chiesa di Ognissanti che fu edificata nel 1251 dall'ordine conventuale degli Umiliati, poi sostituiti dai Francescani che la modificarono e l'ampliarono con la costruzione di due chiostri e nuovi altari.
L'esterno della chiesa si presenta alquanto scarno, come è sobrio l'ordine, una facciata in stile barocco ingentilita da una terracotta invetriata, rappresentante l'Incoronazione della Vergine attribuita a Benedetto Buglioni.
Ma al di là del carattere e del rigore dei francescani, l'interno è un'esplosione vera e propria di capolavori, uno dietro l'altro e il tutto tenuto e affascinato da un senso di vera e silenziosa pace.
Già appena entrati rimaniamo colpiti dagli stupendi affreschi sull'altare nella seconda navata a destra, la Cappella Vespucci, che tale nobile famiglia, che aveva anche rapporti con i Medici, commissionò a Domenico Ghirlandaio, la Pietà e la Madonna della Misericordia nella quale possiamo riconoscere il ritratto del più famoso Amerigo, sulla destra della Madonna, e per merito di questa nobile famiglia si ha un'altra commissione sempre allo stesso Ghirlandaio, San Girolamo nello studio, mentre un'altra al grande Sandro Botticelli con il Sant'Agostino nello studio.
I due affreschi in origine si trovavano ai due lati del tramezzo che divideva la zona dei fedeli, vicino all'ingresso, dalla zona destinata alle funzioni e cerimonie. Per opera del Vasari e il volere di Cosimo de Medici, i due affreschi furono salvati dalla distruzione per una disposizione venuta dall'alto della Chiesa, in quanto si doveva assolutamente demolire il transetto. Con un'opera di recupero, che al tempo fu ritenuta eccezionale, il Vasari riuscì a staccare l'affresco, asportando tutto il muro, che compromise l'opera soltanto per pochi e insignificanti detriti.
Adesso si trovano nella navata centrale, uno di fronte all'altro, quasi a confrontarsi e a determinare la diversità di approccio nel proporsi in un'opera sacra. Il Ghirlandaio con il suo particolarissimo e molto ben dettagliato San Girolamo ci offre un'opera serena e raccolta, meditativa e accurata, mentre il Sant'Agostino di Botticelli notiamo la folgorazione della luce divina che sorprende il santo dedito a scrivere nel suo studio. Per il Botticelli deve essere stata una sfida non irrilevante in quanto il Ghirlandaio era un abilissimo affrescatore e in quella tecnica era sorto e prodigato.
Restando a parlare del grande Botticelli, proprio in questa chiesa, vi sono deposte le sue spoglie, nella cappella di San Pietro d'Alcantara, una lapide con lo stemma della famiglia ricorda la sua sepoltura, la famiglia Filipepi (il vero cognome del Maestro).
E ancora meravigliamoci e tuffiamoci nello splendore e nell'incanto perchè un'altra grande opera ci aspetta proprio all'interno del transetto di sinistra, un bellissimo e prezioso Crocifisso del maestro Giotto, mentre un altra nobile Crocifissione è affrescata da un allievo di Giotto, Taddeo Gaddi.
Ma le sorprese non sono terminate, perchè attraversando il chiostro, devotamente e sorprendentemente affrescato da Jacopo Ligozzi e altri con Storie della Vita di San Francesco si arriva al refettorio dove un affresco rappresentante il Cenacolo del Ghirlandaio ci colpisce per al sua perfetta illusione ottica data al sistema architettonico creato di finta loggia e finestre ai lati, e per il minuzioso dettaglio e dai numerosi elementi simbolici narranti la passione e la resurrezione del Cristo.
Una simpatica nota: Nel libro di geometria alle spalle di Sant'Agostino, lo scherzoso e burlone del Botticelli vi ha aggiunto una battuta: “ Dov'è fra Martino? E' scappato. E dove è andato? E' fuori dalla Porta al Prato” riferendosi a un giovane frate (Martino) che spesso si dimenticava dei doveri religiosi e era facile a scappatelle fuori le mura.
Roberto Busembai (errebi)
Immagini web: Facciata della chiesa d'Ognissanti Firenze, Benedetto Buglioni – Incoronazione della Vergine, Domenico Ghirlandaio – Pietà e Madonna della Misericordia, Domenico Ghirlandaio – San Girolamo nello studio, Sandro Botticelli – Sant'Agostino nello studio, Giotto di Bondone – Crocifisso, Taddeo Gaddi – Crocifissione, Domenico Ghirlandaio – Cenacolo.
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