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In vicinanza alla festa religiosa del 8 settembre che la chiesa cattolica e quella ortodossa ricordano la nascita di Maria, oggi voglio proporvi un quadro di un grande Maestro dedicato proprio a questo evento.
Secondo i vangeli apocrifi e in specifica quello Protovangelo di Giacomo, si narra che Maria fosse nata da Gioacchino e Anna, e che anticamente in Oriente venisse già ritenuta una particolare festa, mentre la Chiesa occidentale ha avuto i suoi primi “vagiti” intorno al 650 quando per merito di Papa Sergio venne introdotta.
La festa è celebrata in moltissime città e spesso è caratterizzata nell’ambito agricolo con il finire dell’estate e di conseguenza del raccolto.
Sviluppatasi soprattutto nella provincia bizantina della Sardegna è poi esplosa nella diocesi ambrosiana già dal X secolo e basti pensare al Duomo di Milano che per merito di san Carlo Borromeo fu dedicato alla Maria Nascente.
Nel lontano 1335, in via di sistemazione degli altari nel Duomo di Siena dedicati ai santi protettori della città, ovvero Sant’Ansano, San Crescenzio, San Savino e San Vittore, fu commissionato a Pietro Lorenzetti un notevole dipinto che avrebbe dovuto essere ornamento dell’altare di San Savino.
Purtroppo l’opera che noi abbiamo oggi in visione è in definitiva una parte di un trittico in quanto gli scomparti laterali sono stati perduti nel tempo e raffiguravano appunto San Savino e San Bartolomeo e pure la predella che la rifiniva è andata scomparsa e rappresentava le storie di San Savino.
Ma è comunque da ammirare l’episodio della Natività della Vergine, parte centrale di quel detto “trittico” dove la magistrale mano del Maestro ha dato vita a una delle più “veriste” rappresentazioni. Pur essendo divisa in tre scomparti delimitati e definiti da tre pilastri verticali, la scena dominante è quella della madre Sant’Anna che adagiata sul letto, dopo l’avvenuto parto, è visitata da una donna mentre guarda e segue le due ancelle “ostetriche” che eseguono il primo lavaggio di Maria. Sulla destra dominano altre due ancelle che portano della biancheria pulita decorata con giochi ornamentali di colore bianco e nero (colori della città di Siena).
Ma il tutto è doviziosamente e dettagliatamente raffigurato, gli arredi e le suppellettili, dalle mattonelle del pavimento alle stelle sulle volte, il ventaglio intrecciato e gli asciugamani decorati che già abbiamo citato, il letto a cassone tipico medievale e la coperta a scacchi ...insomma una stanza viva e comunque in movimento dove vige un certo pathos di allegria e frenesia del fare, seguire, essere presenti e lavorativi.
Una scenografia “in movimento” che ci rende quasi partecipi e ci porta pure a sentirci quasi in dovere di fare un qualche cosa per renderci d’aiuto.
Sulla sinistra si coglie un diverso ambiente, è sicuramente fuori dalla stanza ma attiguo, l’ambientazione è più pacata, molto “architettonica”, e si evolve in un cortile presumibilmente il Palazzo pubblico di Siena. Quivi un anziano, Gioacchino il padre di Maria, che viene avvicinato da un fanciullo che sicuramente gli sta annunciando la lieta notizia della nascita della figlia.
Possiamo con certezza assoluta asserire che questa opera del Lorenzetti può benissimo rientrare tra le sue più belle rappresentate anche per l’insolita e originale rappresentazione della scena in un “trittico” in cui non esiste divisione netta, ma una continuazione, come la camera di Sant’Anna, e una profondità che al tempo erano quasi improponibili e impensabili. Una composizione bizantina ma nell’insieme un dipinto italiano dalle chiare influenze di Giotto.
Una nota il quadro è firmato e datato e l’iscrizione è visibile sulla cornice sotto il pannello centrale ed è la seguente: PETRUS LAURENTII DE SENIS ME PINXIT MCCCXLII
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web: Pietro Lorenzetti – Natività della Vergine
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