C’è una malattia subdola, venale, viscida, che s’insinua nella mente dell’uomo e lo divora piano piano, giorno dopo giorno, ora dopo ora, e non esiste forza che possa arginarla, sconfiggerla, deteriorarla, è senza dubbio la depressione. La depressione deturpa l’aspetto interiore dell’uomo, lasciandolo solo, inetto, incapace, opaco, affaticato e desolato, con una miriade di difficoltà che altro magari sono le consuete abitudini del giorno. L’uomo si isola, odia l’intorno, disprezza anche e fortemente se stesso e nei peggiori dei casi pensa anche a compiere atti estremi alla sua incolumità conservativa.
Vincent Van Gogh, il Maestro eccelso dei colori, dei prati e della luce, di questa malattia ne combattè pienamente e ne fu pure lo scopo dei suo straordinari quadri, tanto da esserne ossessionato dai colori stessi, i gialli soprattutto che forse erano ancor più accentuati dall’abuso di assenzio che causa appunto xantopia(visione gialla delle cose). In ogni suo quadro pur vivo e lucente racchiude tutta la sua angoscia e dolore quotidiano.
“Sulla soglia dell’Eternità” il Maestro porta all’identificazione vera e propria della depressione, trasportandola in quel vecchio seduto, chinato in avanti che si copre il volto con i pugni. Un dolore che soltanto chi lo ha provato e lo prova può così bene rappresentare o al contempo comprendere.
Questa opera venne iniziata negli ultimi momenti di vita del Maestro, in un attimo di convalescenza e terminato a pochi mesi dalla sua scomparsa, venuta a causa di una ferita da arma da fuoco, che pare procuratesela da solo.
Analizzando il quadro vi sono vari elementi che ci portano a pensare alla depressione, i colori in primis sono opachi, scuri e trasmettono a guardarli un senso puro di distacco e di tristezza, il gesto dell’uomo è chiaramente identificativo del dolore, del pianto e della disperazione. Ed è difficile non entrare in empatia con questo anziano. Vi sono molte linee verticali, come sulle assi del pavimento, sulla sedia e sul muro che creano quel voluto senso di disagio della stanza, mentre alcune linee orizzontali come quelle di alcune parti della sedia, scandiscono proprio il conflitto che spesso la malattia si trova a combattere, tra il caos e la calma, momenti scanditi durante la giornata in un tragico alternarsi.
C’è comunque in tutto questo quadro anche un accennato senso di speranza che è dato dal fuoco sullo sfondo.
Van Gogh con questo quadro ci parla direttamente, anche se quell’uomo non è il suo autoritratto, lo è comunque nelle sensazioni, nel dolore, nell’angoscia che esprime. Uno stile artistico tra i più grandi per la capacità di trasmettere emozioni così altamente profonde.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web:Vincent Van Gogh – Sulla soglia dell’etertnità (1890
80x64cm) – Kroller Muller Museum di Otterlo (Paesi Bassi)
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