E' sempre un compito difficile attribuire un'opera d'arte antica a un determinato Maestro, e spesso ci sono pure pareri discordi e accurate e stancanti ricerche a volte non bastano a delineare precisamente a chi appartiene. Ci sono esperti d'indubbia capacità conoscitiva e culturalmente e artisticamente esperti in materia, ma nei tempi lontani, quando i grandi nomi, come quelli del periodo Rinascimentale e anche prima e dopo, che si trovavano a dipingere per specifici committenti ma spesso e talvolta imposto, non firmavano assolutamente le loro opere, ci si basava dalle notule di pagamento, anche se queste non bastavano a identificare l'opera d'arte in questione se non invece il pittore. Ho fatto questa premessa per far capire quanto ancora oggi, nonostante l'avanzata tecnologia, ci troviamo a dover comprendere una determinata opera d'arte magari attribuita a un altro Maestro. E' il caso di questa tavola del 1500 che all'origine era collocata nella chiesa francescana dell'Annunciata a Conegliano e ritenuta dai semplici frati un'opera del grande Durer che per un certo periodo aveva attraversato l'Italia. Poi i tempi passavano e altrettanti studiosi e critici ribattezzarono l'opera addirittura a Leonardo da Vinci per un'inscrizione “apocrifa” che riportava queste parole “Leonardo Vinci fece 1492”, un'iscrizione adesso del tutto illeggibile.
Ma nel 1834 quando questa Pala entrò nella Galleria Nazionale di Parma, la critica tutta fu concorde nello stabilire la vera mano pittorica in Cima da Conegliano (Giovan Battista Cima).
La pala rappresenta la Madonna con il Bambino e i due santi Michele Arcangelo e Andrea Apostolo, inseriti in un contesto scenico “libero” ovvero senza le rigorose simmetrie Belliniane a cui erano in uso in quel periodo. E' un opera questa di età matura del Cima, che denota la sua sottigliezza e capacità nella descrizione, basti notare la minuziosità e precisione nel primo piano in basso dei pezzi delle rovine del tempio, le piante e i fiori che risultano ben delineati. L'architettura rimasta e ben dettagliata è sita alla destra della pala offrendo così alla scena un ampio spazio e “aria” nuova ai personaggi arrivando a intravvedere in lontananza un borgo, Conegliano Veneto, che forse era stato dipinto quasi a volerne apporre la sua firma.
Incantevole e assolutamente originale e delizioso il Bambino seduto sul basamento della costruzione con un'espressione alquanto decisa e quasi consapevole della sua “entità”.
Il gioco della luce sui colori dei vari indumenti e le marcate ombreggiature delineano una rappresentazione in cui ogni soggetto e ogni oggetto venga osservato, ammirato.
Il Maestro Giovan Battista Cima, nato appunto a Conegliano Veneto nel 1460, evolse la sua maggiore produttività artistica traVenezia, dove aprì una sua bottega, e l'Emilia, e il suo stile pittorico molto raffinato induce a ritenerlo un primario allievo di Giovanni Bellini, la sua produzione è soprattutto indirizzata verso raffigurazioni di immagini sacre come la “Madonna col Bambino” presente a Cardiff o la “Sacra Conversazione” sita a Washington.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web: Cima da Conegliano – Madonna col Bambino fra i santi Michele Arcangelo e Andrea Apostolo
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