Talvolta si guardano le opere d'arte senza minimamente pensare che esse sono state create in un determinato periodo e con determinate regole o soltanto modi di fare pensare e agire, che naturalmente distano dalla nostra attualità in maniera esorbitante, e per questa mancanza noi interpretiamo quello che vediamo con la semplicità del nostro pensiero odierno e talvolta, e direi spesso, travisiamo il vero concetto dell'opera stessa e ne diamo anche un valore superficiale e talvolta quasi effimero. Perchè questa premessa, perchè oggi volevo esporre l'importanza del ritratto e soprattutto dell'autoritratto di un grande artista della scuola rinascimentale tedesca, ovvero Albrecht Durer.
I pittori tedeschi dal '500, influenzati dal prodigioso movimento artistico rinascimentale italiano e dalla pittura fiamminga, finalmente abbandonano il gotico e si avvicinano alla rappresentazione non più tradizionale, di santi e soggetti religiosi, ma di paesaggi, architettura e ritratti.
Nel Medioevo, l'artista in quanto artigiano, era soggetto a dover interpretare la sua arte come un ringraziamento alla fede e trasferirla così in immagini e opere diverse, mentre poi con il rinascimento questo concetto viene a cadere totalmente, da allora in poi l'artista è riconosciuto come tale e come tale può esprimere quello che sente e prova con rappresentazioni di personale e diverso soggetto.
Durer comprese anche che nella pittura rinascimentale il soggetto dipinto doveva passare attraverso una ricerca psicologica per la sua comprensione totale ed ecco appunto il suo forte svilupparsi e dedicarsi alla ritrattistica e all'autoritratto dimostrando così il suo elevato approfondimento in materia.
Il suo primo autoritratto se lo fece guardandosi allo specchio dimostrando una sicurezza tecnica non indifferente, basti pensare che aveva circa tredici anni e la tecnica usata fu la punta d'argento, una tecnica che non ammette ripensamenti e cancellature, a getto.
Dal ritorno di un viaggio studio in Olanda, dedicò e regalò un suo autoritratto (aveva ventidue anni) alla fidanzata ( sua prossima sposa) che lo rappresentava con un fiore d'eringio a sottolineare la sua fedeltà.
Alla destra dell'opera un'iscrizione: “ Io, Albrecht Durer , all'età di 28 anni, con colori eterni ho creato me stesso a mia immagine”.
Ritornando alla premessa, visto così senza dare peso della storia e del periodo, potremmo pensare che questi non era altro che un presuntuoso, o se vogliamo essere ancora più moderni, potremmo dire che se la sua “vanità” fosse in questo periodo storico, avvamperebbe sui social trascinandosi dietro milioni di followers, ma invece è soltanto un rimarcare la considerazione che questi artisti avevano di se stessi, come poi del resto anche Leonardo da Vinci tendeva a riproporci.
Con il rinascimento l'artista è un lavoro, stimato e considerato, pagato e sostenuto, e può persino firmare le sue opere, cosa fino ad allora era severamente proibito.
Roberto Busembai (errebi)
Immagini web: Autoritratto di Albrecht Durer a tredici anni (Collezione grafica Albertina di Vienna) – Autoritratto di Albrecht Durer alla fidanzata ( Muso del Louvre Parigi – Autoritratto di Albrecht Durer (Prado di Madrid) – Autoritratto con pelliccia di Albrecht Durer ( Vecchia Pinacoteca di Monaco di Baviera)