L'autunno è praticamente iniziato, anche se le giornate si prolungano calde e tendenzialmente afose, ma lungo i fossi, lungo i viali e nella campagna, si trovano già foglie caduche che hanno perso il verde colore, tutto è ormai volto ad un colore ambrato, rosso e giallo aranciato, insomma in questa atmosfera degna di malinconia che porta al pensare e a un velo di assoluta nostalgia, non posso che citare una poesia del grande Leopardi che non fu altro che una sua “personale” traduzione di un'altra poesia del francese Antoine-Vincent Arnault. Arnault fu un politico, poeta e drammaturgo francese che fu legato a Napoleone Bonaparte che lo incaricò all'organizzazione amministrativa delle Isole Ionie e di cui seguì il Corso anche nella campagna d'Egitto. Fu nominato membro dell'Institut nel 1799 con un posto al ministero dell'Interno ma durante la seconda Restaurazione, proprio per essere stato un ministro, fu condannato all'esilio nel 1816 fino poi ad essere richiamato in patria intorno al 1819 e eletto segretario perpetuo nel 1829. Ma fu proprio nel periodo dell'esilio che scrisse LA FOGLIA.
Il grande Leopardi nella sua personale traduzione, dove l'Arnault esprimeva il rammarico per la propria vicenda d'esiliato, intravede invece nella foglia la sorte di ogni uomo, che ignorando il perchè del suo destino, conosce invece il suo errare da un luogo ad un altro per poi giungere alla morte, una morte che si prende tutto, pure la bellezza e la gioia (cit.”ove la foglia di rosa e la foglia di alloro”9) E' si una triste poesia, ma al contempo è una intelligente consapevolezza della vita, dove il nostro passaggio ha il suo estremo e importante valore e qualsiasi esso sia stato, grande o minore, ricco o povero, riconosce la giustizia del destino che è uguale per tutti indifferentemente e indipendentemente. Una realtà viva e non una morte compianta. Una visione del Leopardi non solitamente triste, come spesso è identificato, ma un Leopardi attivo e cosciente, amante assoluto della vita e portato a conoscerne fino in fondo il suo estremo valore per apprezzarla. Almeno questa la mia personale lettura.
LA FOGLIA di Antoine-Vincent Arnault
Staccata dal fusto,
povera foglia secca,
dove vai tu? - Non lo so.
La tempesta ha spezzato la quercia
che solo era il mio sostegno.
Col suo soffio incostante
lo Zeffiro o l'Aquilone
da quel giorno mi spinge
dalla foresta alla pianura,
dalla montagna alla valle.
lo vado ove il vento mi mena
senza compatirmi o spaventarmi,
vado ove va ogni cosa,
ove va la foglia di rosa
e la foglia d'alloro.
IMITAZIONE di Giacomo Leopardi
Lungi dal proprio ramo
Povera foglia frale
Dove vai tu?-dal faggio
Là dov’io nacqui,mi divise il vento
Esso, tornando a volo
Dal bosco alla campagna
Dalla valle mi porta alla montagna.
Seco perpetuamente
Vo pellegrina, e tutto l’altro ignoro.
Vo dove ogni altra cosa,
Dove naturalmente
Va la foglia di rosa,
E la foglia d’alloro
Roberto Busembai (errebi)
Immagini web: Antoine-Vincent Arnault e Giacomo Leopardi