“Ci sono lacrime che fendono solcando le gote di chi soffre,
ma ci sono lacrime che scivolano sfiorando i volti mesti
segnando nel cuore indelebili e profonde tracce.” (errebi)
E questa magnifica opera del maestro Antonello di Messina, penso che sia appropriata per la frase sopra da me ispirata e per il periodo che noi tutti stiamo attraversando, sosteniamo la speranza che “pare” morta per sempre, ignari di una resurrezione, e il nostro sacrificio è ricolmo di lacrime che, da tante, non solcano più le nostre gote ma il nostro cuore.
Antonello di Messina in questa opera, si può sinceramente asserire, che abbia raggiunto l'apice del realismo pittorico , un capolavoro assoluto dove l'immagine del Cristo è di una drammaticità suprema pari alla commozione dell'angelo che lo sorregge. Una finezza e un'attenta e profonda capacità di estraniare il sentimento e porlo alla visione di tutti, un capolavoro che supera persino se stesso con l'attenta e curata rappresentazione dei capelli e raggiunge l'apoteosi con le delicate e percepite , calde, lacrime dell'angelo.
Il quadro, ora al Museo del Prado di Madrid, fu realizzato dal Maestro intorno al 1476-1478, quando Antonello dopo aver molto viaggiato era ritornato a Messina, e nello sfondo è riconosciuta è ben definito il porto e la sovrastante collina. Non è conosciuto il committente ma sappiamo che questo è il periodo particolare del pittore, che ricorre spesso a tematiche sulla passione del Cristo, un periodo in cui è particolarmente coinvolto in una particolare e singolare devozione. Una devozione che pochi anni dopo, prima di morire, lo porterà a disporre sul testamento la volontà di essere sepolto con un abito francescano.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web: Antonello da Messina – Pietà con angelo e dettaglio
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